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"La vita, qui in orbita, non era facile tre anni fa e non è facile neppure adesso"
Science & Exploration

Il diario nello Spazio di Roberto Vittori: Un avamposto per l’umanità

21/04/2005 397 views 0 likes
ESA / Science & Exploration / Human and Robotic Exploration / Eneide - Vittori mission - Italian

Alla fine abbiamo aperto il portellone. John è entrato per primo. Aspetto di vedere se Sergei intenda chiedermi di ultimare qualcosa, poi seguo John. Il portellone è sorprendentemente stretto. Occorre fare un certo sforzo per passare.

Poi alzo la testa, vedo due volti sorridenti: Leroy e Sasha, decimo equipaggio della stazione spaziale, ci danno un caloroso benvenuto. Dopo due giorni nella minuscola navicella Soyuz e dopo quasi 8 mesi di preparazione, siamo finalmente a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Avevo già visitato la Stazione tre anni fa, quindi per me non è una novità assoluta. Eppure si nota subito quanti pezzi di ricambio, quante cose di variogenere, sono immagazzinate a bordo.

"Eppure si nota subito quanti pezzi di ricambio, quante cose di variogenere, sono immagazzinate a bordo"
"Eppure si nota subito quanti pezzi di ricambio, quante cose di variogenere, sono immagazzinate a bordo"

La vita, qui in orbita, non era facile tre anni fa e non è facile neppure adesso. Non è certo il posto ideale per una vacanza. È un avamposto per l’umanità. Solo chi ha motivazioni solidissime è in grado di superare le difficoltà e le sfide della vita di tutti i giorni.

Non c’è molto tempo per guardarsi in giro. Prima una chiamata con il Centro di Controllo di Mosca per festeggiare l’attracco riuscito, poi subito di nuovo al lavoro.

Il Comandante della Stazione, Leroy Chiao, ci consegna le istruzioni di sicurezza, poi ci mettiamo a scaricare e a “disfare le valige”, in vista della settimana che si annuncia densa di esperimenti. Iniziando con quelli che devono essere eseguiti con maggiore urgenza.

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