A ESRIN il meeting mondiale della Infrastruttura di Dati Spaziali dell’ONU
Il 1 e 2 marzo l’ESRIN, lo stabilimento dell’ESA che sorge a Frascati, Roma, ospiterà il meeting a livello mondiale legato alla costituzione della Infrastruttura di Dati Spaziali delle Nazioni Unite (UNSDI, United Nations Spatial Data Infrastructure).
Lo UNSDI Global Partners meeting si presenta come un’occasione unica per stabilire un dialogo istituzionale e tecnico fra le Nazione Unite e i suoi Stati Membri al fine di permettere alla comunità internazionale un salto di qualità nella gestione, nella diffusione rapida e nell’utilizzo efficiente dei dati geospaziali, fra i quali le immagini satellitari e i prodotti che ne derivano.
“Le osservazioni della Terra dallo spazio hanno ormai numerosissime applicazioni,” racconta Jeff Tschirley della FAO e attuale Co-Chair del United Nations Geospatial Information Working Group (UNGIWG). “Dal controllo dei siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO alla gestione delle risorse naturali e ambientali e delle acque potabili; dalla sicurezza alimentare al soccorso in occasione di disastri naturali, alla previsione delle epidemie di malattie endemiche come la malaria e l’influenza aviaria.”
Già molto prima dell’era spaziale, i pionieri Tsiolkoskij e Oberth avevano progettato osservatori nello spazio per osservare la Terra e migliorare la gestione delle risorse e del territorio. A cinquanta anni di distanza dal lancio dello Sputnik, oggi la vera sfida è diventata la gestione efficiente dei dati e la loro distribuzione agli utenti in modo che queste informazioni si trasformino in azioni concrete.
Nel 2000 l’ONU ha dato il via al Gruppo di lavoro UNGIWG per l’informazione geografica delle Nazioni Unite. Nel 2005 è stato avviata l’iniziativa per la formulazione e lo sviluppo di una infrastruttura di dati spaziali ONU, UNSDI.
La UNSDI rappresenta la cornice ideale nella quale sviluppare a livello internazionale gli standard, i protocolli, le tecnologie e le politiche comuni per la distribuzione, la catalogazione, l’utilizzo, anche in tempi ristretti, come in caso di disastri ambientali, di dati geospaziali che, fra l’altro, includano le immagini satellitari e i prodotti derivati. Cruciale, per il raggiungimento dell’obiettivo in tempi brevi, è il dialogo con le istituzioni a livello nazionale o regionale che abbiano la possibilità di agire come infrastrutture locali di diffusione dei dati.
“L’infrastruttura voluta dall’ONU permetterà una diffusione dei dati molto più capillare e a costi decisamente minori di quanto non sia oggi,” osserva Jelle U. Hielkema del Segretariato UNGIWG “A patto di lavorare insieme per definire standard e protocolli.”
Le due giornate del congresso, con la participazione di ben undici organizazzioni delle Nazione Unite e circa sessanta participanti di Stati Membri, si svolgeranno subito dopo la conclusione di un altro meeting, lo Heterogeneous Missions Accessibility (HMA) Workshop, organizzato da Agenzia Spaziale Europea con la partecipazione delle Agenzie nazionali Canadese, Francese Italiana e Tedesca, della Food and Agriculture Organization (FAO) e del Joint Research Centre (JRC), ospitato dall’ESRIN il 27 e il 28 febbraio 2007. Con UNSDI, il progetto HMA condivide la necessità di standardizzazione di metadati e protocolli per lo scambio e la condivisione di dati di tipo geografico e spaziale, Il progetto HMA è stato avviato nel novembre 2005 con l’obiettivo di assicurare la piena interoperabilità del segmento di terra dei satelliti europei e canadesi che forniranno i dati nell’ambito del programma Global Monitoring for Environment and Security (GMES). Un obiettivo che permetterà ai primi servizi del programma GMES di essere operativi nel corso del 2008.