Anche uno studio italiano sul come è nata la forma della cometa Rosetta
Due comete in collisione a bassa velocità nei primi anni del sistema solare hanno dato origine alla caratteristica forma "a paperella" della Cometa 67P/ Churyumov–Gerasimenko, dicono gli scienziati di Rosetta.
L'origine della forma a doppi lobi della cometa è stata una domanda chiave sin da quando Rosetta ha rilevato la sua sorprendente forma nel luglio 2014.
Due idee predominanti si sono fatte strada: sono due comete che si sono unite o è stata l'erosione localizzata di un singolo oggetto a formare il "collo"?
Adesso, gli scienziati hanno una risposta inequivocabile all'enigma. Utilizzando le immagini in alta risoluzione prese tra il 6 agosto 2014 ed il 17 marzo 2015 per studiare gli strati di materiale visibili in tutto il nucleo, hanno dimostrato che la forma è nata da una collisione a bassa velocità tra due comete di fatto, formatesi separatamente.
"È chiaro dalle immagini che entrambi i lobi hanno un involucro esterno di materiale organizzato in strati distinti, e pensiamo che questi si estendono per centinaia di metri al di sotto della superficie" ha detto Matteo Massironi, autore principale presso l'Università di Padova e scienziato associato del team di OSIRIS.
"Potete immaginare la stratificazione un po' come una cipolla, soltanto che in questo caso stiamo considerando due cipolle separate di diversa misura che sono cresciute in modo indipendente prima di fondersi insieme".
I risultati dello studio sono stati riportati dalla rivista Nature e presentati recentemente al Congresso Europeo di Scienza Planetaria a Nantes, Francia.
Per arrivare alla conclusione cui sono giunti, Massironi ed i suoi colleghi hanno utilizzato dapprima immagini per identificare oltre 100 terrazze viste sulla superficie della cometa, e strati paralleli di materiale chiaramente visti in pareti rocciose esposte, e in cave, o fosse. Un modello in 3D della forma è stato poi utilizzato per determinare le direzioni verso le quali si sono inclinati e per visualizzarne la loro estensione nel sottosuolo.
È divenuto subito chiaro che le caratteristiche erano coerentemente orientate tutte intorno ai lobi della cometa ed in alcuni punti si estendevano ad una profondità di circa 650 metri.
"Questo è stato il primo indizio che i due lobi sono indipendenti, rinforzato dalla constatazione che gli strati sono inclinati in direzioni opposte vicino al collo della cometa" ha aggiunto Massironi.
"Per essere sicuri, abbiamo anche esaminato la relazione tra la gravità locale e gli orientamenti delle caratteristiche individuali tutt'intorno alla superficie ricostruita della cometa".
In generale, gli strati di materiale si dovrebbero formare ad angolo retto rispetto alla gravità di un oggetto. Il team ha utilizzato modelli per calcolare la forza e la direzione della gravità in corrispondenza di ogni strato.
In un caso, hanno modellato la cometa come un corpo unico con un centro di massa vicino al collo. Nell'altro, hanno lavorato su due comete separate, ciascuna con il suo centro di massa.
Il team ha scoperto che l'orientamento di un determinato strato e la direzione della gravità locale sono più vicini alla perpendicolare nel modello con due oggetti separati, piuttosto che in quello con un unico nucleo combinato.
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Matteo Massironi
University of Padova, Italy
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Holger Sierks
OSIRIS Principal Investigator
Max Planck Institute for Solar System Research
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Email: sierks@mps.mpg.de
Matt Taylor
ESA Rosetta Project Scientist
Email: matt.taylor@esa.int