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I 7 membri dell'equipaggio
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Astrolab: il ritorno al volo dello Shuttle

07/07/2006 556 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

INTERVISTA 25-2006. Dopo qualche rinvio dovuto al maltempo e alla scoperta di una fessura sulla protezione termica del serbatoio principale, lo Shuttle Discovery sta per raggiungere la Stazione Spaziale. Al momento del lancio, però, dal serbatoio criogenico dello Shuttle si sono staccati elementi di copertura termica: è un problema che mette a rischio il programma Shuttle?

Al momento non ci sono preoccupazioni particolari, la navicella non ha riportato nessun danno di alcun genere e la missione sta proseguendo senza problemi. In ogni caso nel corso della missione verranno raccolti, come previsto, molti dati che ci aiuteranno a capire se nei 13 giorni in orbita lo Shuttle ha garantito prestazioni di sicurezza sufficienti.

È chiaro comunque che si tratta di un test cruciale: con il Discovery termina nominalmente quella fase indicata dalla NASA come Ritorno al Volo, dopo l’incidente dello Shuttle Columbia nel febbraio 2003. Dopo aver accertato le cause tecniche di quel terribile incidente, in cui persero la vita i 7 membri dell’equipaggio, la NASA ha investito molto sia in termini finanziari che di risorse umane per la messa in sicurezza dello Shuttle. Un processo che si è rivelato particolarmente lungo, delicato e complesso e che ha portato nel luglio 2005 a un primo lancio di test, per verificare se le misure prese erano adeguate e, in questi giorni, al lancio del Discovery.

Anche se l’analisi dei dati suggerisse che la navicella non è in condizioni di sicurezza, è difficile credere alla rinuncia al programma da parte della NASA, dato che l’agenzia statunitense opera in un contesto di impegni internazionali.

Piuttosto ci sarebbe da aspettarsi un ulteriore congelamento dell’assemblaggio della stazione spaziale e delle operazioni scientifiche a bordo.

Thomas Reiter
Thomas Reiter

Alla missione Shuttle partecipa anche l’astronauta dell’ESA Thomas Reiter, che sarà il primo astronauta non russo e non statunitense a far parte dell’equipaggio permanente della Stazione Spaziale. Quali sono i compiti di Reiter?

Il primo compito di Reiter, una volta a bordo, è di installare nella capsula Soyuz di salvataggio la tuta spaziale per il rientro, previsto tra 6-7 mesi: ogni astronauta ha tute “cucite” esattamente sulle sue caratteristiche fisiche. A parte questa nota quasi di colore, a bordo della Stazione Spaziale, Reiter avrà il ruolo di ingegnere di volo e controllerà molti dei sistemi critici per il mantenimento delle condizioni ottimali a bordo della Stazione. Inoltre Reiter sarà l’anello di congiunzione tra l’equipaggio 13, di cui è entrato a far parte, e l’equipaggio 14, che sarà portato in orbita nel prossimo settembre. Sarà anche il primo astronauta europeo che farà una passeggiata nello spazio dalla Stazione Spaziale.

Reiter, in realtà, è un veterano sia di presenza prolungata in orbita sia di escursioni spaziali: nel 1996 ha partecipato alla missione dell’ESA EuroMir 95, rimanendo a bordo della stazione spaziale russa Mir per ben 179 giorni e prendendo parte a due passeggiate spaziali.

Lo shuttle Discovery
Lo shuttle Discovery

Lo shuttle Discovery porta a bordo della Stazione Spaziale anche diversi nuovi strumenti scientifici. Che genere di esperimenti saranno condotti da Reiter?

Discovery porta alla dotazione strumentale europea il congelatore MELFI, che mantiene una temperatura di -80 °C, che servirà a conservare campioni biologici al termine degli esperimenti, prima di essere riportati a Terra; lo stimolatore elettrico muscolare PEMS per studi di fisiologia umana e uno strumento progettato per la coltivazione di piante, lo MCS.

Rimanendo a bordo per circa 6-7 mesi, Reiter eseguirà esperimenti progettati per un volo orbitale di lunga durata: esperimenti di fisiologia, biologia, fisica del plasma, misura delle radiazioni, come per esempio l’esperimento ALTCRISS, di progettazione italiana.

ALTCRISS è l’estensione a un volo orbitale prolungato di esperimenti già eseguiti nel corso delle missioni Marco Polo ed Eneide, alle quali ha partecipato Roberto Vittori. Si tratta di un rivelatore di raggi cosmici. Quando lo strumento sarà lasciato funzionare senza scudi protettivi, raccoglierà dati per studiare e caratterizzare il flusso dei raggi cosmici attraversato dalla Stazione Spaziale. In altri periodi, invece, il rivelatore sarà coperto da campioni di scudi protettivi: in questa configurazione servirà a valutare le prestazioni di materiali di diverso tipo nel proteggere gli astronauti dalle radiazioni. Un esperimento concettualmente semplice, ma molto utile, dato che uno dei problemi da risolvere per permettere la presenza prolungata dell’uomo nello spazio, come per esempio nel caso di un ipotetico viaggio su Marte, è proprio la protezione dell’equipaggio dall’ambiente radioattivo.

Nel corso della missione Reiter si occuperà anche di attività di dimostrazioni tecnologiche e di esperimenti per scopi didattici.

L'astronauta Thomas Reiter nell'ISS
L'astronauta Thomas Reiter nell'ISS

Per la prima volta una missione a bordo della Stazione Spaziale sarà seguita dal centro di controllo Columbus dell’ESA, a Darmstad, in Germania. Che cosa significa per l’ESA?

È un’occasione importante per imparare molte cose sul controllo da Terra: il centro Columbus, che è stato costruito in previsione dell’installazione sulla Stazione Spaziale del laboratorio scientifico europeo che porta lo stesso nome, controllerà e coordinerà le attività dell’astronauta europeo, coordinandosi con i centri di Houston e di Mosca.

È importante che l’Europa investa in sfide tecnologiche, così come è importante – per un utilizzo internazionale condiviso e pacifico dello spazio - che più agenzie spaziali a livello planetario siano in grado di collaborare a pari livello: è una direzione, quella della collaborazione internazionale, in cui l’ESA si sta spendendo molto, coinvolgendo NASA, Russia, Cina, India ed altre realtà nazionali di rilievo.

Nota:

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.

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