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Immagine di Titano ottenuta con la DISR a una distanza di 1,2 km.
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Cartoline da Venere

06/01/2006 362 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

INTERVISTA 01-2006. La prestigiosa rivista statunitense Science ha inserito nella top ten dei risultati scientifici dell’anno il tuffo della sonda europea Huygens nell’atmosfera di Titano. La classifica è poco più di un gioco, ma dà sempre una certa soddisfazione, no?

I riconoscimenti internazionali fanno sempre piacere, tanto più che il 2005 è stato particolarmente ricco di risultati astronomici: basti pensare all’esplorazione di Marte dei robot statunitensi e della nostra Mars Express, ma anche alla Voyager 1, che dopo 28 anni dal lancio (1977) ha raggiunto i confini del sistema solare, una regione distante circa 14 miliardi di km dal Sole in cui il vento solare si scontra con il gas interstellare e rallenta.

La sonda Huygens, che si è tuffata nell’atmosfera di Titano, la maggiore delle lune di Saturno, ha indubbiamente rappresentato un superamento di una frontiera: si sono espansi i confini del sistema solare che sia stato toccato da un artefatto umano. È stata una sfida dal punto di vista della robotica spaziale, tenuto conto della scarsità di informazioni che avevamo sull’atmosfera di Titano, ma anche di estremo interesse dal punto di vista scientifico.

Le immagini della superficie di Titano, rigata da canali di scolo di metano liquido, segnata da laghi e mari di metano, punteggiata da colline; il suono del vento registrato dalla sonda nel corso della discesa atmosferica: sono nuove finestre che si aprono su un mondo sconosciuto, che – per certi aspetti – potrebbe assomigliare a come è stata la Terra 4600 milioni di anni fa.

Beagle 2
Beagle 2

Qualche settimana dopo il via libera per una nuova missione per Marte, l’ESA si trova a fare i conti con il suo recente passato: sembra che siano stato identificato sul pianeta rosso il luogo dove il Bearle 2 si è schiantato al suolo. Non è un po’ imbarazzante questa coincidenza?

In realtà aver individuato il sito dove il Beagle 2 è atterrato ci può aiutare a capire meglio che cosa sia andato storto. E questa è un’ottima notizia in vista della nuova missione, Exomars, che come ricordavi è stata approvata dal Consiglio dei ministri dei paesi membri dell’ESA, nella riunione del 5 e il 6 dicembre.

Exomars sarà costituita da una sonda orbitante e da un lander che atterrerà su Marte, trivellerà la superficie e spedirà i dati a Terra utilizzando come ripetitore proprio la sonda in orbita intorno a Marte, secondo uno schema ormai collaudato. Il lancio è previsto per il marzo 2011 da Kourou.

Venus Express
Venus Express

Il primo appuntamento planetario previsto per il 2006 è per l’11 aprile, quando la sonda Venus Express si inserirà in orbita intorno al pianeta Venere. Dove si trova oggi la sonda?

Venus Express è ancora relativamente vicina alla Terra: la sua orbita è una specie di caduta libera su Venere: quando arriverà in prossimità del pianeta la sonda dovrà mettere in funzione il motore di bordo per una robusta azione frenante. La Venus Express sarà la prima sonda a visitare Venere dopo oltre 10 anni. Come vedi, siamo in una vera e propria seconda età dell’oro dell’esplorazione del sistema solare.

L’ESA, in collaborazione con la Planetary Society, ha indetto un concorso rivolto a tutti, ma in modo speciale a chi si sente un po’ artista: la sfida è quella di immaginare la superficie di Venere vista “a volo d’uccello”. Una superficie che è stata protetta dal bombardamento degli asteroidi dalla sua impenetrabile atmosfera. Una spessa coltre che dà luogo a un effetto serra spaventoso, mantenendo la temperatura superficiale a livelli tali da fondere il piombo. Una superficie, inoltre, che è stata rimodellata dal vulcanismo, probabilmente ancora attivo. Chi fosse interessato, trova i termini del concorso sul sito web dell’ESA (http://www.esa.int/SPECIALS/Venus_Express/index.html).

È un modo per sottolineare, ancora una volta, che lo spazio sta cambiando il nostro immaginario.

Integral a contribuito per lo studio il comportamento dei buchi neri giganti
Integral a contribuito per lo studio il comportamento dei buchi neri giganti

Uno sguardo oltre il sistema solare. l’ESA ha recentemente approvato i finanziamenti per prolungare la vita di due telescopi spaziali europei: XMM-Newton e Integral. Quale aspetto dell’universo studiano questi telescopi?

XMM-Newton e Integral sono telescopi sensibili rispettivamente ai raggi X e ai raggi gamma, forme di luce milioni di volte più energetiche della luce visibile.

Da quando sono stati lanciati, XMM-Newton nel dicembre 1999 e Integral nell’ottobre del 2002, hanno studiato moltissimi fenomeni astronomici: dall’emissione X delle comete, alle aurore polari dei pianeti. Dalla nascita e la morte di stelle al comportamento di buchi neri giganti, che hanno una massa di milioni di soli. Hanno dato inoltre un grande contributo allo studio di quelle spaventose e remote esplosioni stellari che danno origine ai lampi di raggi gamma.

Tra l’altro il tipo di scienza sulla quale lavorano non è facilmente divulgabile, perché sono strumenti che producono poche immagini “sexy”, per così dire. Forniscono soprattutto analisi energetiche delle emissioni luminose, che gli scienziati possono interpretare sia in termini di fenomeni fisici connessi che di composizione chimica. L’ultimo risultato ottenuto da Integral, per esempio, è la misura di Alluminio radioattivo prodotto dalle supernova, esplosioni stellari che danno sono appunto alla base della formazione di molti elementi del sistema periodico.

Ma, come vedi, parlarne non risulta semplice. Magari nei prossimi appuntamenti ci proviamo più seriamente, sono argomenti di grande bellezza e di grande fascino.

Nota:

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.

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