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Un gorilla di montagna di undici anni
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Gorilla osservati dallo spazio

17/04/2002 384 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Un programma congiunto dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’UNESCO per l’osservazione dallo spazio degli habitat dei gorilla minacciati di estinzione è il tema di un workshop di due giorni che si terrà questa settimana presso l’ESRIN.

I rappresentanti dell’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), del WWF, del Fondo Internazionale per la Protezione dei Gorilla, del Fondo Internazionale Dian Fossey per i Gorilla e del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite sono fra i partecipanti al convegno che si svolgerà a Frascati, alle porte di Roma, per discutere di una possibile partnership e di un accordo per un impegno comune.

Come afferma Mario Hernandez, rappresentante dell’UNESCO, "Quest'anno ricorre il centenario della prima descrizione scientifica di un gorilla di montagna, abitante nel folto delle foreste pluviali del Ruanda, dell’Uganda e della Repubblica Democratica del Congo. Oggi, per colpa della deforestazione e della caccia di frodo, i gorilla sono una specie in via di estinzione – ne sopravvivono, infatti, solo 650 circa. Vi sono inoltre altre sottospecie di gorilla delle pianure seriamente minacciati, sebbene la situazione attuale stia ad indicare che siamo ancora in tempo per arrestare questo disastro".

Vulcani di Virunga
Vulcani di Virunga

Insieme ai Paesi direttamente coinvolti, l’UNESCO ha riconosciuto lo status di Siti del Patrimonio Ambientale Mondiale agli habitat dei gorilla di montagna, in particolare nell’area compresa all’interno del Parco nazionale di Virunga, nel Congo, ai confini con il Ruanda e l’Uganda, e nel Parco nazionale di Bwindi in Uganda. Tali habitat sono però sempre più soffocati dalla pressione demografica, a causa di conflitti regionali che hanno provocato flussi massicci di profughi nell’area. Alcuni abbattono le foreste per coltivare la terra o per ottenere combustibile, altri cacciano di frodo per procacciarsi del cibo, e tutto ciò ha inevitabilmente ridotto lo spazio vitale dei gorilla. Per tutti questi motivi l’UNESCO ha classificato questi siti del Congo come siti in pericolo del Patrimonio Ambientale Mondiale.

Gli esperti di fauna selvatica che operano sul campo non possono fare molto. La superficie totale dell’habitat coinvolto ammonta a oltre ottocento mila ettari, con lunghe aree di confine che attraversano territori inaccessibili e privi di riferimento cartografico. Lo scorso ottobre, l’UNESCO e l’Agenzia Spaziale Europea hanno deciso di avviare un programma pilota che si avvale dei dati forniti dai satelliti per monitorare i cambiamenti nell’uso del suolo nelle regioni abitate dai gorilla ed individuare possibili indicatori ambientali.

La strumentazione radar presente a bordo di satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea quali ERS-2 e Envisat è in grado di penetrare attraverso la spessa cortina costituita dalla foresta pluviale per individuare le tracce di disboscamento illegale o di insediamenti umani abusivi, e questi dati possono essere integrati con quelli forniti dall’attività di osservazione terrestre svolta dalle varie organizzazioni presenti nella regione, ed essere poi trasmessi alle autorità locali.

"Lo studio del caso che abbiamo scelto per dimostrare le applicazioni potenziali delle osservazioni spaziali costituisce una vera e propria sfida a causa della mancanza di carte geografiche, delle condizioni meteorologiche e per l’alta qualità dei rilevamenti e delle misure terrestri di riferimento" osserva Luigi Fusco, del Dipartimento Applicazioni delle Osservazioni Terrestri dell’Agenzia Spaziale Europea. "Se questo programma pilota avrà successo, prevediamo di estenderlo al monitoraggio di altri Siti del Patrimoni Ambientale Mondiale dell’UNESCO. In tutto il mondo, ne esistono più di 700."

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