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Discesa e atterragio di Huygens
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Highlights della missione Huygens (ESA)

02/12/2005 393 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Dopo un viaggio interplanetario di sette anni a bordo della navicella Cassini (NASA/ESA/ASI), la sonda dell’ESA Huygens è stata rilasciata il 25 dicembre 2004. Ha raggiunto lo strato superiore dell’atmosfera di Titano il 14 gennaio 2005 ed è atterrato sulla superficie dopo una discesa paracadutata di 2 ore e 28 minuti.

Immagini nitide della superficie sono state ottenuto sotto i l 40 km di quota e ci hanno rivelato un mondo straordinario, che sotto molti aspetti ricorda la Terra, specialmente per la meteorologia, la geomorfologia, e l’attività fluviale. Le immagini mostrano una forte evidenza di erosione dovuta allo scorrimento di liquidi, forse metano.

La sonda è atterrata nei pressi del confine tra un terreno ghiacciato, brillante, eroso dall’attività fluviale e un’area meno luminosa che appare simile a un fiume in secca oppure al letto di un lago. Huygens è atterrato nell’area più scura. Rocce di ghiaccio di acqua fino a qualche centimetro di diametro sono state diffuse intorno al sito di atterraggio: qui la superficie aveva la consistenza di sabbia bagnata morbida. I venti soffiano prevalentemente nella direzione della rotazione di Titano, da ovest verso est, con una velocità che arriva a 450 km/h a una a quota di 120 km. I venti diminuiscono con il decrescere della latitudine e poi cambiano direzione vicino alla superficie. Uno strato inatteso di forti venti è stato rivelato a un’altitudine intermedia compresa tra i 100 e i 60 km.

Luogo del aterragio
Luogo del aterragio

Huygens ha sorpreso gli scienziati trovando anche un secondo strato ionosferico, tra i 140 km e i 40 km, con una condicibilità elettrica che ha un massimo a una quota di 60 km. I suoi strumenti potrebbero anche avere messo in evidenza la firma di un lampo.

Per tutta la discesa verso la superficie, Huygens ha riscontrato tracce di nebbia, in aperto contrasto con tutte le previsioni dei modelli pre-Huygens, che prevedevano una sua scomparsa sotto all’incirca i 60 km. Fortunatamente, la foschia era abbastanza trasparente per realizzare – sotto i 40 km - ottime immagini della superficie.

Huygens ha permesso studi dell’atmosfera e della superficie, incluso il primo campionamento in-situ di chimica organica e areasol sotto i l150 km. Questo conferma la presenza di complessi organici sia nella fase gassosa che in quella solida, il che ha confermato l’idea che Titano sia effettivamente assai promettente per osservare i tragitti chimici che coinvolgono molecole che potrebbero essere state i mattoni per la “costruzione” della vita sulla Terra.

Sulla superficie, infine, è stato identificato argon 40. La sua presenza indica che Titano ha sperimentato nel passato - e probabilmente continua a farlo ancora oggi - un’attività geologica interna.

Nota agli editori:

Questo testo è basato su un articolo intitolato "Huygens: discesa ed atterraggio su Titano: Mission Overview e Highlights dei risultati", che apparirà in una speciale edizione di Nature, online il 30 november.

Gli autori sono: Jean-Pierre Lebreton, Olivier Witasse, Miguel Pérez-Ayúcar and Thierry Blancquaert, ESA Science Directorate, ESTEC, The Netherlands; Claudio Sollazzo, ESA Operations Directorate, ESOC, Germany; Patrice Couzin and Anne-Marie Schipper, Alcatel Alenia Space, Cannes-La Bocca, France; Jeremy B. Jones and Dennis L. Matson, NASA JPL, Pasadena, USA; Leonid I. Gurvits, Joint Institute for VLBI in Europe, Dwingeloo, The Netherlands; David H. Atkinson, Univ. of Idaho, Moscow, USA and Bobby Kazeminejad, Space Research Institute, Austrian Academy of Sciences, Graz, Austria.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Pierre Lebreton, ESA Huygens Mission Manager
E-mail: jplebret@rssd.esa.int

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