ESA title
Science & Exploration

Il ritorno di Roberto Vittori sulla Stazione Spaziale

24/03/2005 426 views 0 likes
ESA / Science & Exploration / Human and Robotic Exploration / Eneide - Vittori mission - Italian

Un segnale di soccorso illumina il panorama innevato. Sembra che qualcuno, in un rifugio improvvisato, abbia bisogno di aiuto. La scena è un po’ strana, molto teatrale. Ma non siamo in uno studio cinematografico.

La neve è quella della Siberia e siamo nel bel mezzo del niente. La tenda arrangiata alla bene e meglio, in effetti, è un paracadute e per tutti coloro che sono coinvolti non è che esercizio di routine: il recupero di un cosmonuta appena tornato sulla Terra.

Roberto Vittori è passato parecchie volte attraverso questo corso di sopravvivenza. Il pilota dell’Aeronautica Militare Italiana, ora astronauta dell’ESA, riconoce la durezza dell’addestramento imposto dagli istruttori russi di Star City, nei pressi di Mosca, dove è stato raggiunto e intervistato da Euronews.

Roberto Vittori durante l’allenamento
Roberto Vittori durante l’allenamento

"L’allenamento è molto intenso in questo periodo. Siamo lontani dalle famiglie, ci è richiesta molta concentrazione: occorre davvero trovare motivazioni molto forti."

Tutti i corsi seguiti a Star City grondano di storia: è un luogo che ha ospitato tanti cosmonauti russi entrati nella leggenda. Oggi la “Città delle stelle” ospita astronauti di molte nazionalità, che si preparano per voli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.

Ma Roberto Vittori ha già una bella esperienza. Nell’aprile del 2002, come membro della missione Marco Polo, ha passato 10 giorni a bordo della Stazione Spaziale. E nel giro di qualche settimana, sarà il primo europeo a tornare per la seconda volta sulla “casa orbitante”.

La preparazione a  Star City
La preparazione a Star City

"La preparazione di un astronauta a Star City inizia otto mesi prima della missione: sono arrivato qui nell’agosto 2004, e la missione Eneide partirà da Baïkonur solo il prossimo 15 aprile. Il percorso di avvicinamento alla partenza prevede studi di tecnica e tecnologia spaziale, sessioni nei simulatori e un intenso allenamento fisico e mentale."

Eneide è la decima missione nella quale gli astronauti raggiungono la Stazione Spaziale a bordo di una navicella Soyuz. Vittori sarà ingegnere di bordo della capsula, e con lui ci saranno i membri della Expedition-11, gli astronauti che abiteranno in orbita per i prossimi sei mesi: il cosmonauta russo Sergei Krikalev, un vero e proprio veterano dello spazio, e l’astronauta e scienziato statunitense John Phillips. Vittori tornerà a terra insieme ai membri della Expedition-10, Leroy Chiao and Salizhan Sharipov.

Roberto Vittori rievoca le sensazioni che presto proverà per la seconda volta. "Il lancio è un momento molto forte. I minuti che precedono l’accensione dei motori sono intensissimi. Dopo i consueti controlli pre-lancio, aspettiamo tutti con un po’ di apprensione. Poi si sente il conteggio alla rovescia del controllore di volo... "3,2,1". I motori si accendono e la capsula comincia a vibrare."

Un lancio di Soyuz
Un lancio di Soyuz

"La fase del lancio passa alla svelta. È un momento in cui lo stress deve essere controllato: si è pieni di cose da fare e tutta la concentrazione deve essere rivolta ai compiti da portare a termine."

"Poi si è colti di sorpresa, all’improvviso, quando i motori si spengono e ci si ritrova privi di peso. Si può solo ripensare a tutto quel che è successo e capire che siamo a 200 kilometri da Terra e che si è passati da zero a 27.000 km/h in appena nove minuti."

"Se si pensa a quel che si è riusciti a fare, non si prova nessuna paura. Solo un grandissimo rispetto per la tecnologia di oggi, che lo ha reso possibile.”

Soyuz e la ISS
Soyuz e la ISS

Roberto Vittori proverà di nuovo queste esperienze il prossimo 15 aprile. La permanenza di dieci giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sarà un tour de force fra un esperimento e l’altro – gli europei, infatti, sono diventati i maggiori utilizzatori della Stazione Spaziale per la ricerca scientifica.

L’astronauta italiano prepararà il terreno anche per missioni di durata maggiore, fino a sei mesi, che saranno di nuovo possibili quando lo Shuttle tornerà al volo. Nel frattempo Vittori e tutti gli altri compagni dellla Stazione Spaziale Internazionale non potranno che continuare a ringraziare di cuore la venerabile e affidabilissima Soyuz.

Related Links

Related Links