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Etosha, Namibia - Sentinel-2A
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Immagine EO della Settimana: Etosha

29/03/2016 473 views 3 likes
ESA / Space in Member States / Italy

L'immagine del satellite Sentinel-2A, acquisita il 18 settembre 2015, ci porta sui territori della Namibia del nord.

La caratteristica più evidente di questa immagine è la depressione salina di Etosha. Si ritiene che decine di milioni di anni fa l'area fosse occupata da un lago formatosi a quei tempi. Più di recente – solo alcune migliaia di anni fa - il fiume Cunene avrebbe attraversato quest'area, alimentando il lago, prima che una serie di movimenti tettonici mutassero il corso del fiume. Il lago si è quindi prosciugato, portando alla luce circa 4.800 kmq di minerali.

Ad oggi solo il fiume Ekuma, visibile in alto a sinistra che scorre verso il basso, riversa acqua nella salina – ma in realtà l'apporto è minimo in quanto l'acqua si insinua nel letto del fiume. 

La salina fa parte del più vasto Parco Nazionale di Etosha ed è stata dichiarata area umida di importanza internazionale dalla Convenzione di Ramsar. È l'unico territorio conosciuto in Namibia che offra alimentazione di massa ai fenicotteri, che vede fino ad un milione di esemplari insieme durante la stagione umida, quando l'acqua piovana forma piccole pozze nella depressione salina.

Inoltre i cumuli di argilla e sale presenti in tutta la salina attirano animali che hanno bisogno di sale come alimento da leccare. Nel parco si possono incontrare animali quali leoni, elefanti, leopardi e perfino rinoceronti neri. 

Il nome "Etosha", nel linguaggio della tribù locale degli Ovambo, significa "grande luogo bianco"– e guardando l'immagine è facile capire il perché. 

Le linee diritte che attraversano l'immagine sono strade e quella sulla destra delinea chiaramente il confine del parco protetto a sud. Sul lato nord della strada possiamo osservare strutture agricole.                                                                                                                                                                                    

In collaborazione con Rivista Geomedia.

Questa immagine fa parte della serie Earth from Space Video Programme

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