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L'equipaggio, tragicamente scomparso, della missione STS-107
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L'incidente del Columbia

06/02/2003 4055 views 3 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Proseguono le indagini sulla dinamica dell'incidente che ha portato alla disintegrazione dello Shuttle Columbia e alla perdita dei sette membri dell'equipaggio, dopo 16 giorni trascorsi nello spazio.

Le immagini mostrano che il Columbia si è spezzato in varie parti, che hanno proseguito la loro corsa lungo traiettorie parallele. Quindi è da escludere un'esplosione interna. L'incidente è avvenuto alle 15 (ora italiana), quando mancavano solo 15 minuti all'atterraggio, mentre il Columbia si era già tuffato nella parte meno densa dell’atmosfera e stava sorvolando il Texas a una velocità di circa 22 mila km/h, a circa 63 km di quota.

A partire da 8 minuti prima, verso le 14.52, con il Columbia in vista delle coste della California, i sensori hanno registrato una serie di anomalie termiche relative ai meccanismi della ruota sinistra dello Shuttle. La temperatura ha continuato ad aumentare fino quando, circa 2 minuti prima della perdita del contatto, i sensori di temperatura dell'ala sinistra non davano più segnali. In quel momento lo Shuttle sorvolava l'Arizona. Subito dopo, sull'ala sinistra sono entrati in funzione per 1,5 secondi due propulsori, per contrastare la resistenza aerodinamica dell'atmosfera. Niente invece è accaduto sull'ala destra del Columbia. In questo momento il veicolo era ancora sotto controllo, ma la traiettoria stava cambiando troppo velocemente rispetto a un rientro normale.

La commissione che dovrà accertare le cause dell'incidente sta analizzando i detriti dello Shuttle, le immagini della navicella e le informazioni ricevute durante il volo. Quali sono le ultime conclusioni?

Com'è stato subito reso noto, circa 80 secondi dopo il lancio si è staccata dal serbatoio esterno una "mattonella" isolante che ha colpito l'ala sinistra dello Shuttle. Le immagini che abbiamo rivelano che si è trattato di una "mattonella" di circa 1,2 kg, lunga circa 50 centimetri, larga 40 e alta 15. Si sta cercando di valutare l'entità del danno e di capire quale ruolo possa aver giocato questa "ferita" nel corso del rientro.

L'incidente era stato analizzato fin dal 17 gennaio. Dopo una settimana di studi si era concluso che né la missione né l'equipaggio correvano pericoli. Dall'altra parte si sta valutando anche il funzionamento delle strumentazioni di bordo, per capire se, quando e perché c'è stato qualche cosa che non ha funzionato a dovere. Rimangono ancora 32 secondi di dati raccolti dalle stazioni di terra negli istanti che hanno preceduto l'incidente, oltre allo studio dei detriti che vengono raccolti in questi giorni grazie a un'enorme partecipazione dei cittadini, che stanno dando un contributo fondamentale alle ricerche.

Il decollo
Il decollo

L'incidente ha causato la sospensione temporanea di tutti i voli Shuttle. E l'equipaggio della stazione spaziale?

La missione del Columbia era puramente scientifica e l'ESA era responsabile di circa un quarto di tutti gli esperimenti. Fra l'altro non tutti gli esperimenti sono andati perduti: i dati per diversi esperimenti, fra cui diversi italiani, erano stati già mandati a terra. In ogni caso i tre astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale non sono certo isolati: la stazione è dotata di una navicella Soyuz per il ritorno a terra, se ce ne fosse la necessità. Altre Soyuz possono essere lanciate per portare altri astronauti sulla stazione.

Inoltre la stazione può essere raggiunta anche navette cargo russe completamente automatiche, i Progress, che portano in orbita anche generi di consumo alimentare. Un Progress è stato lanciato nei giorni successivi all'incidente, com’era previsto da tempo. Ma in questo frangente il lancio assume anche un significato simbolico, sebbene comunque gli astronauti siano del tutto autonomi fino a maggio-giugno. È vero invece che la sospensione per diversi mesi dei voli Shuttle comporterà ritardi e dunque una modifica nei programmi del lancio dei Progress e dei Souyz. La NASA aveva parlato inizialmente di una sospensione di circa 5 mesi, poi in questi giorni diventati 9.

In ogni caso la costruzione della Stazione Spaziale è basata su missioni regolari degli Shuttle. Non si corre il rischio che l'intero progetto possa essere abbandonato?

Per l'Agenzia Spaziale Europea la priorità è che il programma spaziale prosegua. Del resto, nonostante il dolore, anche la reazione dei cittadini degli Stati Uniti è stata equilibrata: circa l'83% è d'accordo per proseguire le missioni e circa l'80% chiede che venga aumentato il finanziamento alla NASA. Questo è necessario non solo per mantenere il programma ma anche per ridare impulso alla ricerca spaziale.

Per quanto riguarda l'ESA, nel 2003 dovevano volare sulla Stazione spaziale tre astronauti europei: lo spagnolo Pedro Duque, a bordo di un Soyuz Taxi in aprile, lo svedese Christer Fuglesang, previsto per luglio 2003 a bordo di uno shuttle e, infine, l’olandese André Kuipers, di nuovo a bordo di uno Soyuz. Inoltre era previsto che nel 2004 venisse aggiunto alla stazione spaziale il modulo Columbus, il laboratorio scientifico europeo, proprio attraverso una specifica missione Shuttle. Anche in questo caso si parla di circa 6 mesi di ritardo. In ogni caso si tratta, in definitiva, di trovare il modo migliore di proseguire l’impresa spaziale internazionale, non certo per fermarla.

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