ESA title
Uno schema del laboratorio europeo Columbus
Agency

La Stazione Spaziale Internazionale: preparando il terreno per l’Europa

28/04/2006 545 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

INTERVISTA 16-2006. È pronto a partire per Cape Canaveral, dove sarà trasportato alla fine di maggio, il laboratorio Columbus, che nella seconda metà del 2007 prenderà il volo alla volta della Stazione Spaziale Internazionale. Che caratteristiche ha Columbus, che è considerato un gioiello della tecnologia spaziale europea?

Il Columbus è una pietra miliare del contributo europeo alla costruzione della Stazione Spaziale. Si tratta di un modulo pressurizzato attrezzato per essere un laboratorio scientifico orbitante. Al suo interno si trovano strutture e strumentazioni per ricerche nel settore della scienza della vita, della fisica dei fluidi, della scienza dei materiali e anche per ricerche tecnologiche. Per 10 anni, il tempo previsto per la durata operativa del laboratorio, gli astronauti a bordo saranno gli assistenti spaziali degli scienziati – in gran parte europei – che seguiranno l’andamento degli esperimenti dai centri di controllo di terra.

Anche l’esterno del laboratorio europeo è stato predisposto per accogliere esperimenti scientifici: una delle estremità del cilindro può alloggiare strumenti per le osservazioni della Terra, dello spazio o per ricerca tecnologica.

Nel complesso il Columbus è lungo poco meno di 7 metri per un diametro di circa 4 metri e mezzo: la forma è cilindrica, come per la maggior parte dei moduli che compongono la Stazione Spaziale.

La costruzione è stata coordinata dalla EADS Space, ma Alenia Spazio ha svolto un ruolo fondamentale. Italiane sono la progettazione, lo sviluppo e l’integrazione dell’intero sistema termomeccanico del laboratorio, il PICA (Pre-Integrated Columbus APM). Il PICA comprende, fra l’altro, le parti strutturali portanti del Columbus, il sistema di protezione contro le micro-meteoriti, il controllo termico (attivo e passivo), il mantenimento delle condizioni ambientali, il sistema per la rilevazione e per l’estinzione di incendi a bordo.

La Stazione Spaziale fotografata dallo Shuttle nel luglio 2005
La Stazione Spaziale fotografata dallo Shuttle nel luglio 2005

Il laboratorio Columbus può essere integrato nella Stazione Spaziale Internazionale solo grazie un volo della navicella spaziale Shuttle. Questo ha comportato diversi ritardi nella costruzione della Stazione. Che cosa sta succedendo al programma Shuttle della NASA?

Dopo le conclusioni della commissione d’inchiesta sul disastro del Columbia, nel febbraio 2003, era previsto che il ritorno al volo dello Shuttle sarebbe stato graduale. Il piano prevede alcuni voli che, oltre a un programma operativo ridotto, servono anche per eseguire controlli sulle modifiche apportate.

Gli interventi hanno riguardato molti aspetti meccanici e non: dai protocolli da seguire per la sicurezza durante il volo orbitale all’ormai tristemente famoso rivestimento termico che si era staccato dal serbatoio esterno durante il decollo e che aveva danneggiato il rivestimento dell’ala dello Shuttle.

Dopo il primo ritorno al volo dello Shuttle nel luglio 2005 i controlli e le revisioni sono proseguiti. Oggi un secondo ritorno al volo è previsto per luglio 2006, con la missione STS-121 dello Shuttle Discovery. Il ritorno alla piena vita operativa dello Shuttle spiana la strada non solo al laboratorio Columbus, ma all’assemblaggio della Stazione nel suo complesso.

L’astronauta tedesco Thomas Reiter
L’astronauta tedesco Thomas Reiter

Il volo del Discovery segna una passaggio importante per l’ESA, anche perché vi parteciperà l’astronauta del corpo europeo Thomas Reiter, che entrerà a far parte dell’equipaggio della Stazione Internazionale. Come è vissuta questa attesa?

L’attesa è vissuta con emozione, specialmente da Reiter! Scherzi a parte, è un volo che potremmo definire storico. È la prima volta che un astronauta non americano e non russo fa parte di una missione di permanenza prolungata a bordo della Stazione Spaziale e ci fa molto piacere che si tratti di un europeo. Reiter, fra l’altro, è un veterano delle permanenze prolungate in orbita: era rimasto per 6 mesi a bordo della stazione spaziale sovietica MIR nel 1995-96.

In precedenza numerosi altri astronauti del corpo dell’ESA – fra i quali Roberto Vittori e Umberto Guidoni – avevano preso parte a missioni brevi di 7-10 giorni sulla ISS.

Al di là della partecipazione di Reiter, sarà un volo di particolare importanza per tutto il progetto della Stazione Spaziale internazionale. Intanto perché lo Shuttle torna a svolgere il suo ruolo di navetta cargo per il nostro avamposto nello spazio. In secondo luogo perché per la prima volta dal maggio 2003 l’equipaggio della Stazione torna a tre membri. Questo significa che gli astronauti potranno avere più tempo per gli esperimenti scientifici, che sono il motivo principale per il quale la Stazione stessa è stata costruita e messa in orbita.

Quali compiti avrà Reiter a bordo della Stazione Spaziale?

Leonardo nella stiva dello Shuttle Discovery
Leonardo nella stiva dello Shuttle Discovery

Il Discovery ospiterà nella stiva, per la quarta volta, il Modulo Logistico Leonardo, il primo dei tre moduli logistici costruiti da AleniaSpazio. Leonardo porterà in orbita oltre due tonnellate di materiale utile per la vita a bordo. Nei primi giorni della sua missione, Reiter avrà il compito di sovrintendere proprio alle operazioni di scarico e carico di Leonardo.

Come sempre, una volta che lo Shuttle sarà attraccato alla Stazione Spaziale, il modulo sarà rimosso dalla stiva e connesso alla Stazione e gli astronauti guadagneranno un vano abitabile per i dieci giorni di durata della missione. Leonardo sarà poi riempito di materiale che non serve più, riposto nella stiva del Discovery e riportato a Terra.

Nel corso dei tre mesi di missione, poi, Reiter si occuperà di condurre un programma europeo di una ventina di esperimenti scientifici, della manutenzione dei sistemi di bordo sia dei moduli americani che di quelli russo e, infine, prenderà parte a una “passeggiata” spaziale per installare due piattaforme esterne che esporranno allo spazio del materiale preparato opportunamente per comprendere come lo spazio ne alteri le proprietà.

Nota:

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.

Related Links