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Il Nodo 2 nel corso dei test nel luglio 2001
Science & Exploration

Paolo Nespoli e i nodi della stazione spaziale internazionale

23/06/2006 645 views 0 likes
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INTERVISTA 24-2006. In questi giorni la NASA ha assegnato ufficialmente l’astronauta italiano Paolo Nespoli, del Corpo Astronautico Europeo, alla missione Shuttle STS-120 prevista per l’estate 2007. Quali saranno i compiti di Nespoli?

Nespoli sarà specialista di missione di un volo shuttle che farà crescere di una stanza di circa 500 metri cubi abitabili la Stazione Spaziale Internazionale. Lo shuttle, dopo qualche giorno dal lancio, attraccherà come al solito alla Stazione, e dalla sua stiva sarà estratto il cosiddetto Nodo 2, un modulo statunitense costruito da un consorzio industriale guidato da Alcatel Alenia Spazio.

Mentre i moduli standard, dal punto di vista delle connessioni, sono un po’ come i mattoncini Lego e possono essere agganciati a un solo altro modulo a ciascuna delle estremità, i Nodi sono “mattoncini” speciali: hanno 6 punti di attracco, alcuni destinati a moduli veri e propri, altri a elementi strutturali diversi. Gli astronauti, dall’interno della stazione, vivranno il Nodo 2 come un incrocio, che connette fra loro tre laboratori scientifici: il laboratorio statunitense Destiny, quello giapponese Kibo e il laboratorio europeo Columbus.

Inoltre il Nodo 2 ha punti di attacco per gli shuttle, per i Moduli Logistici Pressurizzati Multifunzionali (MPLM), anch’essi elementi costruiti da Alcatel Alenia Spazio per la NASA, e per il veicolo cargo giapponese che deve essere ancora realizzato.

Simulazione del conto alla rovescia per l’equipaggio del volo STS-121
Simulazione del conto alla rovescia per l’equipaggio del volo STS-121

La NASA ha annunciato il ritorno alla piena operatività dello Shuttle con il lancio del 1 luglio della missione Astrolab, a cui partecipa l’astronauta europeo Thomas Reiter. Quali saranno i prossimi passi?

Se tutto andrà per il verso giusto, il volo dello Shuttle Discovery segnerà un punto “nodale”, tanto per rimanere in tema, ovvero ci si avvierà finalmente alla ripresa dell’assemblaggio della Stazione Spaziale e all’incremento delle attività scientifiche a bordo.

Con la missione Astrolab l’equipaggio tornerà infatti a tre membri, fra i quali proprio Reiter, che in questo modo si guadagna i galloni di primo astronauta europeo coinvolto in una permanenza di lunga durata sulla Stazione Spaziale. Reiter rimarrà a bordo per circa 6-7 mesi, quando un successivo volo Shuttle porterà nello spazio il nuovo equipaggio.

Le successive 4 missioni dello Shuttle saranno dedicate soprattutto all’installazione di pannelli solari, in modo da aumentare la potenza a disposizione a bordo: questo è necessario per preparare l’aggancio di nuovi moduli. Quindi sarà la volta del Nodo 2 di cui abbiamo parlato e subito dopo sarà la volta del laboratorio europeo Columbus. A questa fase, cruciale per l’Europa, seguirà un’ulteriore serie di voli per aumentare la potenza a bordo con l’installazione di nuovi pannelli. A seguire potranno essere agganciati alla stazione spaziale anche il braccio robotizzato europeo ERA prima e il laboratorio giapponese Kibo poi, preparando così la stazione a un equipaggio permanente di 6 astronauti.

Il “pilota principale” dell’ATV (in giallo) e il “secondo pilota” (in rosso)
Il “pilota principale” dell’ATV (in giallo) e il “secondo pilota” (in rosso)

Prima del Nodo 2 dovrebbe fare il suo volo di esordio una navicella spaziale costruita dall’Europa, il Veicolo Automatico di Trasferimento, che è considerato dai tecnici il veicolo spaziale più complesso mai realizzato in Europa. Avremo una navicella spaziale fatta in casa?

L’ATV è un veicolo che non prevede equipaggio, ma che certamente costituisce un passo avanti considerevole. Sarà lanciato a bordo di un Ariane 5 appositamente modificato e sarà in grado di avvicinarsi alla Stazione Spaziale e di attraccare in modo del tutto indipendente. Questa è la fase delicata: in caso di malfunzionamenti, occorre evitare che l’ATV si trasformi in un proiettile di 20,7 tonnellate in rotta di collisione con la Stazione Spaziale. Il Veicolo è stato progettato in modo da cavarsela da solo, senza contare sull’intervento umano con comandi a distanza che potrebbero non essere tempestivi.

L’ATV è dotato di software e hardware “a strati”, con un elevato grado di ridondanza: è un po’ come se avesse un pilota principale e un co-pilota che, oltre a fare i medesimi rilievi del pilota principale, ne osservi anche i gesti. Nel caso in cui il co-pilota rilevi un’anomalia di funzionamento del pilota principale, lo esclude dai comandi e spinge l’ATV lontano dalla Stazione Spaziale, in un’orbita di sicurezza.

Paolo Nespoli al Kennedy Space Center
Paolo Nespoli al Kennedy Space Center

Con Nespoli tutti gli astronauti italiano del corpo europeo hanno partecipato a missioni spaziali. Si prevedono altre selezioni di astronauti italiani?

La missione di Nespoli rientra nel Memorandum of Understanding tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e NASA: l’ASI si è impegnata a fornire alla NASA vari elementi della stazione spaziali, come gli MPLM e la NASA garantisce ad astronauti italiani un certo numero di missioni a bordo dello Shuttle, oltre a un certo tempo di utilizzazione della Stazione Spaziale Internazionale.

A breve termine, la presenza europea a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sarà certamente rafforzata, come dimostra la missione Astrolab di cui abbiamo parlato.

A medio-lungo termine, l’ESA ha varato un piano, il progetto Aurora, che con modalità da definire, nei prossimi decenni porterà l’uomo su Marte. È probabile che uno o più astronauti europei possano far parte di quell’equipaggio, molto dipenderà dal modo in cui svilupperà la cooperazione internazionale sul progetto. L’ESA si sta spendendo molto in questo senso, con la consapevolezza che l’uomo su Marte è una sfida affrontabile al meglio solo unendo le forze e che deve trattarsi davvero di una sfida che coinvolge veramente l’umanità intera, sia per le ricadute tecnologiche positive sia per la partecipazione alla missione in quanto tale.

Nota:

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.

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