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Pitti Bimbo sulla Luna

19/12/2002 548 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Si conclude in questi giorni il concorso di design Space2 Tex, organizzato dall'ESA e dalla società di ingegneria D'Appolonia, per promuovere la cooperazione tra settore tessile/abbigliamento e quello spaziale. Ma che cosa hanno da dirsi due settori così lontani?

Qualcosa di interessante si sono già dette, se è vero che nel 2001 la rivista Time ha premiato come invenzione dell'anno la camicia autostirante, che è una camicia di un tessuto a base di materiali che hanno avuto una specifica diffusione in campo spaziale: le leghe a memoria di forma.

Si tratta di materiali con un forte contenuto di titanio che possono essere deformati con una certa facilità, ma che quando sono riscaldati oltre una certa temperatura caratteristica riprendono la loro forma originaria. Nello spazio sono utilizzati per l'apertura automatica dei pannelli solari. Anche se "camicia autostirante" è una definizione esagerata, certamente la camicia sviluppata dalla Grado Zero Espace, la società creata per far entrare la tecnologia nel settore dell'abbigliamento, ha diversi vantaggi. Per esempio non occorre il ferro da stiro per stirarla: per quanto sia spiegazzata, basta riscaldarla con un semplice phon. Anche appena prima di uscire di casa. Oppure è possibile modellare la camicia in modo che quando la temperatura esterna è sufficientemente elevata, le maniche si accorciano automaticamente.

C'è una notevole fiducia nel settore: testimoniata anche dalle 70 proposte ricevute da oltre 160 partecipanti. Fra l'altro il vincitore del concorso sarà da subito proiettato verso la frontiera delle nuove tendenze della moda vedendo la sua idea realizzata dall’azienda Grado Zero Espace e presentata presso le fiere più importanti del settore, per esempio all’esposizione di Pitti Bimbo 2003.

L'esempio è suggestivo, però non si sfugge alla sensazione che, al momento, si tratti soprattutto di una curiosità.

In parte è vero, sono iniziative appena partite. Ma il dialogo esiste, non è un prodotto della tecnologia recente. Il caso del velcro, negli anni '60 e '70, è emblematico. Gli astronauti delle missioni Apollo dovevano riuscire a far rimanere fermi gli strumenti all’interno degli abitacoli, durante la missione. E il modo migliore che è stato trovato è utilizzare appunto pezzi di velcro. Che poi ha avuto larghissimo uso nel campo dell’abbigliamento, specialmente sportivo. La novità di oggi, però, è che si cerca di applicare le tecnologie spaziali non solo allo sport e al tempo libero, ma anche alla salute e al lavoro e persino all’alta moda e al prêt à porter.

Un'altra applicazione interessante legata all'utilizzo di nuovi materiali è quella del kevlar, una fibra tessile in grado di bloccare il calore. In particolare, uno schermo di tessuto kevlar blocca circa il 90% del calore, quando le sorgenti hanno una temperatura fra i 250 °C e i 1150 °C. È proprio la tecnica di tessitura che conferisce al tessuto questa proprietà.

Analogamente, sono stati messi a punto delle vesti che si possono portare come indumenti intimi, che sono costituiti da un numero molto elevato di piccoli tubi di un paio di millimetri di diametro, nei quali passa un liquido refrigerante. E questo può servire a chi per lavoro deve indossare abiti che tendono a provocare un surriscaldamento. Nello spazio sono gli astronauti durante le passeggiate spaziali. Sulla Terra può essere anche un corpo di polizia: quella di Londra, per esempio, sta valutando se adottare questo genere di biancheria refrigerante.

Don’t iron your shirt - use space tech
Don’t iron your shirt - use space tech

Oltre ai nuovi materiali, l'ESA chiedeva che nei progetti si sfruttasse anche la capacità di miniaturizzazione dei circuiti elettronici, che sono stati sviluppati per tenere sotto controllo la salute degli astronauti. Ci sono stati progetti interessanti?

L'esempio più evidente è quello di un pigiamino per bambini, il Mamagoose, che è stato ideato da un gruppo belga per cercare di prevenire quella che si chiama "morte in culla", un decesso purtroppo diffuso fra i bambini piccoli, specialmente in Occidente. Improvvisamente un bambino apparentemente subisce delle crisi cardiorespiratorie. Le cause non sono state ancora chiarite, ma l'idea alla base del Mamagoose è piuttosto quella di prevedere l'attacco, monitorando continuamente la salute del bambino.

Il pigiama ha cinque sensori speciali inseriti fra gli strati del tessuto. Tre sono dedicati al controllo del battito cardiaco, gli altri due alla respirazione del bambino, che non entra mai in contatto diretto con gli strumenti. Il piagiamino è molto pratico: prevede due strati separabili. Quello a contatto con il bambino può essere lavato in lavatrice. L'altro, che contiene i sensori, può essere lavato a mano. Da cosa deriva un'applicazione del genere? È facile immaginarlo: dalla registrazione continua di dei parametri vitali degli astronauti.

Il concorso di design per l'abbigliamento è solo uno delle iniziative intraprese da ESA e Commissione Europea a favore dell'innovazione tecnologia delle piccole e medie imprese. Quali possibilità reali ci sono per un'impresa che non ha alcuna esperienza di tecnologie spaziali?

La Commissione Europea mette a disposizione un finanziamento di 1700 milioni di euro. Si tratta di sfruttare al meglio questo finanziamento complessivo. L'ESA ha messo in piedi una struttura, lo Spacelink, che ha come scopo proprio quello di identificare i bisogni delle imprese e di trovare la tecnologia spaziale che potrebbe essere utile.

Inoltre è stato formato un Network di Incubatori Spaziali Europei (ESINET) formato da 30 organizzazioni: l’idea è quella di rendere semplice l’accesso delle piccole e medie imprese ai progetti di ricerca della commissione europea e ai programmi dell’ESA. Esistono insomma varie strutture e finanziamenti che permettono a un'azienda che non ha mai avuto esperienze con tecnologie spaziali a compiere l'intero percorso in modo sicuro.

Ora, fra l'altro, si aprono ulteriori nuove opportunità per le PMI tenuto conto dell'apertura commerciale dell’utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale. Nella pratica questo significa che è possibile usufruire dei laboratori della Stazione per studiare nuovi materiali sotto le condizioni di microgravità. E negli esempi precedenti abbiamo visto quanto utile sia lo studio dei nuovi materiali, addirittura in un campo così lontano come quello del settore del vestiario.

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