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Basilica di Massenzio
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Solide basi – Satelliti e una spin-off italiana per monitorare la stabilità degli edifici storici

04/12/2014 743 views 3 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Gli amanti dell'architettura e di storia possono stare tranquilli: la stabilità degli edifici storici adesso può essere monitorata in tempo reale grazie ad un nuova tecnica che affonda le proprie radici nello spazio.

In passato, se si temeva che la terra sotto la propria casa o strada potesse essere soggetta a spostamenti, l'unico metodo per scoprirlo era di installare dei dispositivi di sicurezza ed aspettare, a lungo - spesso per mesi.

Oggi, i proprietari terrieri possono determinare molto più rapidamente se hanno o no un problema; grazie ad una società che attinge ai dati spaziali esistenti per tracciare i cambiamenti nel tempo.

Il Foro Romano
Il Foro Romano

Gli ingegneri civili hanno iniziato a preoccuparsi qualche anno fa della Basilica di Massenzio a Roma. La Basilica, il più grande degli edifici dell'antichità che compone il Foro Romano, è sopravvissuta in gran parte intatta dal terzo secolo.

Lo scavo di un tunnel era previsto vicino alla Basilica come parte della costruzione di una nuova linea della metropolitana di Roma. Poteva il lavoro sotterraneo, sommato alle vibrazioni incessanti del moderno traffico romano, destabilizzare i vecchi muri della magnifica Basilica?

La città si è rivolta alla Natural Hazards Control and Assessment, una società fondata da un gruppo di geologi e di ingegneri come spin-off dell'Università La Sapienza di Roma.

Envisat
Envisat

Fino ad allora, geologi ed ingegneri avevano risorse limitate a cui attingere in caso di sospetto di spostamento del terreno.

Tutto è cambiato, ha detto il Prof. Paolo Mazzanti, CEO della società, quando i loro geologi – che al tempo lavoravano con l'Università di Roma – hanno scoperto il tesoro delle immagini radar da satellite dell'ESA.

Raccolte per decenni durante le missioni di Osservazione della Terra come ERS ed Envisat, queste immagini possiedono un patrimonio di informazioni sui cambiamenti della superficie del pianeta. "Era come una macchina del tempo" ha affermato Alfredo Rocca, il capo progetto. "Gli archivi ESA dei dati satellitari nel tempo sono molto ricchi".

Maggiori informazioni qui.

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