Tecnologia dello Spazio per la Terra
Mappe aeree e dati da satellite sono combinati per identificare i singoli alberi di una foresta. Questa informazione dettagliata è utilizzata già in Germania per la pianificazione del disboscamento, del periodo migliore in cui effettuarlo e per l'identificazione specifica degli alberi da tagliare. Questo permette una maggiore efficienza nell'intervento e riduce i costi nella produzione del legno.
Con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività dello spazio.
La puntata di RAI NEWS 24 del 2 luglio si è occupata della tecnologia utilizzata nello Spazio applicata alla vita di tutti i giorni, e dell'ESA Business Incubator, l'incubatore che raccoglie idee innovative nelle applicazioni tecnologiche utilizzabili sia nello Spazio che sulla Terra.
D. Spazio e ingegneria robotica combinati per la gestione delle foreste. Intentato dai ricercatori dell'Istituto per l'Interazione Uomo-Macchina dell'università di Aquisgrana, in Germania, questo sistema è già stato usato per catalogare circa 240 milioni di alberi nelle foreste della regione della Renania Settentrionale-Vestfalia. Spazio agli alberi, insomma?
R. È una dimostrazione significativa del fatto che la tecnologia, usata bene, può concretamente rendere più competitivi sul mercato globale. Ora che il prototipo è stato utilizzato con piena soddisfazione, entro 6-12 mesi si passerà alla produzione industriale e alla fase commerciale.
D. Certo lascia perplessi il passaggio dallo spazio e dai satelliti per la produzione del legname.
R. A suo tempo, quando ancora gli aeroplani erano una rarità, probabilmente lasciava perplessi anche la mappatura aerea delle regioni. Certo, i satelliti sembrano “allontanarci” ancora di più, ma occorre semplicemente accettare il fatto che i sistemi satellitari di navigazione esistono – e non sono certo stati sviluppati per gestire le foreste. È possibile però utilizzare un sistema di elevata tecnologia come questo per scopi non militari, che aumentano la competitività europea su scala mondiale.
In questo caso i dati di posizionamento forniti da satelliti, il GPS statunitense, non erano sufficientemente precisi da permetterci l'identificazione dei singoli alberi: ricordiamo che il GPS statunitense fornisce i dati per usi non militari con una precisione di circa 20 metri, mentre i dati di elevata precisione sono di esclusivo possesso della Difesa degli USA. Abbiamo utilizzato il GPS americano incrociando i dati di posizionamento satellitari con quelli ottenuti da fotografie aeree e del catasto, che da sole non sarebbero state sufficienti a fornire il prodotto finale. In questo modo abbiamo ottenuto l'identificazione dei singoli albero con una incertezza di appena di 50 centimetri.
Quando sarà in azione il sistema di navigazione europeo Galileo che, ricordiamolo, sarà in possesso ad autorità non militari, anche se i militari potranno accedere ovviamente ad alcuni servizi specifici forniti dai satelliti, è molto probabile che una precisione come quella indicata sia già presente nei dati satellitari, rendendo inutile i sorvoli aerei. Un altro notevole risparmio.
D. L'ESA è provvista di un servizio di incubazione per le imprese, che si avvale di un network di servizi analoghi che copre tutti i paesi associati. Quali sono i servi concreti che vengono offerti a un'impresa che volesse indagare l'uso di tecnologie spaziali per la sua produzione?
R. Chiunque abbia delle idee innovative in questo settore può contattare l'ESA Business Incubator oppure rivolgersi direttamente a uno dei tre incubatori. In Italia il riferimento è presso la sede dell'ESA di ESRIN, nel pressi di Frascati, che si appoggia alla BIC Lazio, una agenzia regionale per lo sviluppo.
L'ESA offre un pacchetto significativo di interventi, a partire da un finanziamento iniziale e dall'accesso di altre fonti di finanziamento per proseguire con i contatti per partenariati strategici. Ma offriamo anche una competenza tecnica reale, che mettiamo in campo “sporcandoci le mani”, per così dire. Non solo consigli teorici, ma lavoro vero, che permette di passare da un'idea a un prodotto concreto. Per esempio, è semplice pensare di utilizzare negli ospedali i filtri per il controllo batteriologico nell'aria sviluppati per la stazione spaziale internazionale. Nel nostro incubatore si può passare dall'idea all’identificazione concreta della tecnologia necessaria e, infine, alla realizzazione di un prototipo.
Oltre al supporto diretto del personale ESA, di personale universitario e industriale che già ha esperienza nello specifico settore, l'ESA offre anche un accesso diretto a risorse come i macchinari e gli ambienti per realizzare test, sia presso i propri centri tecnologici che presso industrie o altre realtà europee, uffici e laboratori.
D. Ci fai qualche esempio recente di tecnologia applicata alla vita di tutti i giorni?
R. Mi limito a un paio di esempi recentissimi, che sono divenuti operativi negli ultimi mesi.
Il primo caso è ambientato in Svezia e affonda le radici negli anni '90, quando l'ESA sviluppò un “naso elettronico” per controllare la qualità dell’aria a bordo della stazione spaziale russa Mir. Oggi, un “nipote” di quel naso elettronico sarà installato nei 60 kilometri di tunnel e nelle 56 stazioni della metropolitana di Stoccolma come sistema di allarme antincendio. In particolare, il “naso”, cioè i suoi rivelatori, è in grado di identificare anche tracce di sostanze che possono essere collegate a un incendio e di interpretarle attraverso un processore. Può essere molto importante per dare l'allarme quando ancora l'incendio non si è diffuso, ma è ancora controllabile.
In Irlanda è stato adottato il sistema per l'assistenza agli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale in caso di emergenza. Ed è stato adattato alle necessità dei pompieri di Dublino. Quando c'è un incendio, i pompieri corrono sul posto ma in contemporanea hanno accesso, con un sistema di telecomunicazioni, a tutte le informazioni sullo stabile – per esempio – coinvolto: dove sono esattamente gli idranti, le possibili sostanze chimiche dentro lo stabile e così via. Allo stesso modo, se stanno intervenendo per un incidente stradale possono sapere quali tipi di veicoli sono coinvolti, quali alimentazioni hanno, se vi sono rischi di esplosioni e così via. In questo modo possono pianificare meglio il loro intervento. Anche in questo caso si tratta di un utilizzo originale e intelligente di una tecnologia sviluppata per altri propositi: in comune c'è la salvaguardia dell'uomo e dell'ambiente.