Giù nella chioma della cometa: inizia l’avventura di Rosina
L’Ariane 5 è finalmente sulla piattaforma di Kourou, mentre fervono i preparativi per il lancio. Nella sua pancia metallica, una delle missioni planetologiche più ambiziose e innovative del XXI secolo: Rosetta.
La sonda non solo raggiungerà e trasvolerà la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, ma la seguirà passo passo nel suo lungo viaggio attraverso il sistema solare, ne esplorerà la superficie, svelerà la sua composizione, monitorerà l’evoluzione chimica e fisica della cangiante nube di polveri e gas che la circonda. La chioma dell’astro, questo è il nome tecnico della nube che lo avvolge come una folta capigliatura, verrà analizzata tra l’altro dallo spettrometro di massa a bordo del modulo orbitante, progettato e sviluppato all’Università di Berna e battezzato ROSINA.
Tra dieci anni, nel 2014, al termine di un lunghissimo viaggio e a ben 676 milioni di chilometri dal Sole, Rosetta si tufferà in questa chioma “scompigliata” dalle particelle cariche del vento solare e Rosina, uno degli undici strumenti di bordo, comincerà a studiarne i misteri. Sarà un’occasione storica per analizzare chimicamente la composizione di un’atmosfera e di una ionosfera cometarie in funzione della distanza dal perielio (il punto dell’orbita più vicino alla nostra stella), ma anche per investigare i dettagli dei processi fisici attraverso i quali queste regioni si formano.
Questa conoscenza di prima mano è indispensabile per giungere ad una comprensione approfondita dell’origine delle comete, della loro relazione con corpi analoghi ma ben più inerti dal punto di vista fisico come gli asteroidi e in fin dei conti della formazione dello stesso Sistema Solare, per il quale tali classi di oggetti rappresentano un campione di testimonianze primordiali preziosissime.
Non solo comete nel programma scientifico di Rosina, dunque. E infatti, durante il volo di avvicinamento alla Churyumov-Gerasimenko, la sonda attraverserà per due volte la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, incontrando a distanza ravvicinata più di un rappresentante della categoria dei pianetini.
In questa fase della missione, Rosina si sveglierà insieme agli altri strumenti da un lungo periodo di “ibernazione” e sarà attivata per individuare eventuali atmosfere asteroidali, sottilissime chiome (generate dall’evaporazione di materiale dal corpo roccioso principale) che potrebbero essere un “trait-d’union” tra le due classi di oggetti.
Un confronto del genere tra asteroidi e comete ci aiuterà a capire analogie e differenze nei “mattoncini” primevi, quei detriti rocciosi che risalgono all’era della formazione dei planetesimi e che consentono un vero studio “paleontologico” del nostro Sistema Solare.
Il responsabile di Rosina (acronimo per Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis), uno strumento che si compone di tre sensori distinti e complementari per far fronte alle necessità scientifiche della missione, è il professor Hans Balsiger dell’Istituto di Astronomia di Berna. Balsiger, che propose lo spettrometro di massa di nuova concezione per Rosetta all’indomani della storica missione Giotto alla cometa di Halley, ha lavorato per più di dieci anni al progetto e si prepara ora ad assistere al lancio di Rosetta con comprensibile entusiasmo, fiero della sua partecipazione e fiducioso nei risultati di Rosina.
“Contribuire a missioni del genere è estremamente importante per la ricerca del nostro paese,” commenta, “e offre forti motivazioni ai nostri ricercatori che, in questo caso, scelgono l’astronomia per poter partecipare concretamente ad un’avventura appassionante”.