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L'atterraggio dello Shuttle <i>Endeavour</i>
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Rientrato lo Shuttle STS-134 con Roberto Vittori

01/06/2011 655 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Le ruote dello Space Shuttle Endeavour hanno toccato terra al Kennedy Space Center della NASA, in Florida, questa mattina alle 08h35 CEST (06h35 GMT) al termine della missione di 16 giorni con la quale si è aggiunto un esperimento pionieristico alla Stazione Spaziale Internazionale.

Endeavour ed il suo equipaggio di sei, compreso l'astronauta dell'ESA Roberto Vittori, hanno iniziato i preparativi per il rientro domenica mattina quando hanno lasciato la ISS per risalire sull'Endeavour. La manovraper uscire dall'orbita è iniziata alle 03h26 CEST (01h26 GMT) ed i motori si sono accesi quattro ore più tardi per rallentare lo Shuttle durante la sua lunga discesa verso la costa orientale degli Stati Uniti.

La missione è durata in totale 15 giorni, 19 ore e 14 minuti, dei quali 11 giorni e 17 ore con Endeavour attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale.

La ISS vista dagli astronauti impegnati nella passeggiata spaziale
La ISS vista dagli astronauti impegnati nella passeggiata spaziale

Le quattro passeggiate spaziali (EVA) hanno portato il tempo necessario per costruire, completare e manutenere la Stazione ad oltre 1000 ore di lavoro.

La missione ha inoltre segnato la prima volta che due italiani si sono trovati insieme a bordo della Stazione Spaziale e l'ultimo viaggio di un astronauta europeo con lo Shuttle.

L'evoluzione della Stazione Spaziale

La passeggiata spaziale per l'installazione di AMS-02
La passeggiata spaziale per l'installazione di AMS-02

Il principale compito della missione era di installare sulla ISS lo strumento AMS-02 (Alpha Magnetic Spectrometer, Spettrometro Alfa Magnetico), per la rivelazione di raggi cosmici e la ricerca di anti-materia e della misteriosa "materia scura".

Anche se AMS-02 non costituisce una parte vitale della Stazione, è il più grande carico finora portato da uno Shuttle sul complesso orbitante.

Dopo Endeavour, nel suo viaggio finale, è previsto solo un altro volo Shuttle. Atlantis volerà a luglio con quattro astronauti, impegnati nella missione STS-135, per portare parti di ricambio e scorte alla Stazione, per assicurare le sue capacità per gli anni a venire e per fornire un back-up logistico fino a quando saranno pronti i nuovi veicoli di trasporto commerciale, nel 2012 – in aggiunta all'ATV dell'ESA ed al giapponese HTV, entrambi veicoli automatici.

La costruzione della Stazione è cominciata nel 1998 con il lancio del modulo russo Zarya. L'assemblaggio ha subito un significante ritardo con la perdita dello Shuttle Columbia. A seguito dell'incidente è stata anche presa la decisione di ritirare la flotta degli Shuttle al termine della costruzione della Stazione.

Un ulteriore modulo pressurizzato sarà attaccato alla Stazione nel 2012: il modulo russo Nauka, un laboratorio multifunzione (Multipurpose Laboratory Module), grande quanto Zarya e Zvezda. Sarà installato sulla porta del modulo Zvezda che guarda verso terra.

Più colore europeo

Paolo Nespoli e Roberto Vittori all'interno dell'ATV-2
Paolo Nespoli e Roberto Vittori all'interno dell'ATV-2

Il Braccio Robotico Europeo (European Robotic Arm – ERA), attaccato al Nauka, sarà lanciato a bordo dello stesso razzo Proton, aggiungendo l'ulteriore contributo dell'ESA al complesso orbitante ed implementando le operazioni robotiche del segmento russo della Stazione.

L'ATV Johannes Kepler, attualmente attaccato al modulo Zvezda, si separerà dalla ISS e rientrerà nell'atmosfera a fine giugno, al termine di una missione prolungata.

L'ATV Edoardo Amaldi sarà lanciato nel marzo del 2012 e sarà ricevuto dall'astronauta dell'ESA Andrè Kuipers, che partirà il prossimo novembre per una missione di sei mesi con la Spedizione 30 a bordo della Soyuz TMA-03M.

Il prossimo europeo in lista è Luca Parmitano, il primo del gruppo della classe astronauti ESA 2010 ad essere stato assegnato ad una missione. Parmitano si sta già addestrando per il suo lancio con la Soyuz, a dicembre 2013.

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