Il diario nello Spazio di Roberto Vittori: L’arrivo sulla Stazione
È stata lunga la nostra seconda giornata nella Soyuz. Lo spazio nel Modulo Abitativo (Habitation Module) è molto molto limitato.
E in questa nicchia angusta dobbiamo fare tutto: mangiare, dormire, riposare, lavarsi Ma una delle sfide maggiori è stata affrontare il cambiamento orario: il lancio, l’inserimento in orbita, e persino l’avvicinamento e l’attracco sono stati tutti eseguiti di notte.
Sergei, che ha già volato cinque volte, si sente subito a casa. Per John e me, anche se ciascuno di noi ha un’esperienza di volo alle spalle, l’adattamento procede un po’ più lentamente.
Sabato notte abbiamo iniziato le procedure per l’avvicinamento alla Stazione. Siamo Abbiamo indossato di nuovo le nostre tute Sokol e siamo tornati nel Modulo di Comando (Command Module).
Tutto è andato secondo i piani previsti, ma la procedura è stata lenta e stancante. La tensione è alta quando siamo così vicini alla Stazione. Al momento dell’attracco, i due veicoli spaziali viaggiano a una velocità di circa 27.000 km orari, circa 8 km/s. A quella velocità i due veicoli si devono incontrare con una velocità relativa minore di 15 cm/s. È difficile persino da immaginare.
Le fasi di attracco sono andate lisce, senza nessun problema. Dopo i necessari controlli, abbiamo aperto il portellone. Siamo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.