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Hand Posture Analyser, uno strumento che serve ad analizzare il coordinamento motorio e l’affaticamento muscolare della mano
Science & Exploration

Gli esperimenti GOAL, HPA e VSV

22/04/2005 604 views 0 likes
ESA / Science & Exploration / Human and Robotic Exploration / Eneide - Vittori mission - Italian

La Kayser Italia SpA di Livorno, in Toscana è una piccola impresa (una cosiddetta PMI), che ha una lunga tradizione nel settore dei voli spaziali e di cooperazione con ESA. Fondata nel 1986, oggi ha circa 30 dipendenti e ha collezionato 31 partecipazioni a missioni spaziali abitate e non, con oltre 25 payload e più di 100 esperimenti scientifici. A bordo della missione Eneide sono ben quattro gli esperimenti scientifici guidati o realizzati dalla Kayser Italia.

L’esperimento VINO riguarda la crescita di barbatelle innestate di Sassicaia sulla Stazione Spaziale. “È finanziato dalla Provincia di Livorno e ci fa sentire ancora di più legati al territorio” sorride Zolesi. “Del resto il Sassicaia è la Ferrari del vino”. Oltre all’esperimento VINO, Vittori in questi giorni è alle prese con due esperimenti di fisiologia e una dimostrazione tecnologica.

“Il primo esperimento che abbiamo proposto è lo HPA, Hand Posture Analyser, uno strumento che serve ad analizzare il coordinamento motorio e l’affaticamento muscolare della mano e dell’avambraccio degli astronauti,” racconta Valfredo Zolesi, Responsabile scientifico dell’esperimento e Presidente della Kayser Italia S.p.A.

Lo HPA viene utilizzato secondo tre protocolli diversi: il primo, CHIRO, serve per studiare le variazioni di funzionalità dei muscoli dell’ avambraccio; MAIS è dedicato allo studio dettagliato degli aspetti cinematici della presa con l’indice e il pollice della mano di piccoli oggetti; IMAGINE, infine, studia la presa di oggetti immaginati.

Uno strumento per lo studio sulla percezione della verticale (VSV)
Uno strumento per lo studio sulla percezione della verticale (VSV)

“È stata una proposta del tutto naturale: lo strumento era già a bordo della Stazione Spaziale e CHIRO era già stato eseguito da Roberto nel corso della Missione Marco Polo,” prosegue Zolesi, “Per 6 mesi lo stesso strumento è stato utilizzato dall’astronauta Ed Lu (Expedition 7) e dal cosmonauta Michael Foale (Expedition 8).”

I risultati dell’esperimento possono aiutare gli scienziati a trovare metodi per il trattamento di traumi locali, di atrofia muscolare o di malattie del sistema nervoso centrale.

“Il protocollo Chiro di HPA è usato ormai di routine dal professor Pastacaldi di Pisa, microchirurgo presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, e co-autore del progetto” afferma Zolesi. “Ma, in effetti, tutti e tre i protocolli vengono utilizzati normalmente nelle terapie mediche.”

Il secondo esperimento di fisiologia realizzato dalla Kayser Italia SpA è stato ideato grazie a un contatto diretto con la Capo Reparto Medicina Aeronautica e Spaziale del Centro Sperimentale Volo dell’’Aeronautica. “Il Colonnello Enrico Tomao, responsabile dell’esperimento, ci ha chiesto di sviluppare uno strumento per lo studio sulla percezione della verticale (VSV). In soli 5 mesi siamo riusciti a realizzare uno strumento di nuova concezione”.

GOAL: una T-shirt di tessuto elastico e antibatterico
GOAL: una T-shirt di tessuto elastico e antibatterico

L’idea è molto semplice: chiunque abbia problemi di equilibrio, a terra, viene sottoposto a esami nel quali deve riconoscere la verticalità di linee che in genere sono tracciate su carta. “Il nostro strumento è un tubo nel quale l’astronauta guarda attraverso un visore, per escludere la luce, come un caleidoscopio,” spiega Zolesi. “Sul display di cui è dotato, appaiono in automatico linee di cui si deve giudicare la verticalità”. Se le applicazioni a livello aeronautico riguardano il comportamento dei piloti, il dispositivo può trovare spazio per la diagnosi dei disturbi dell’orientamento e dell’equilibrio.

Anche l’esperimento GOAL, sviluppato dalla Kaiser Italia SpA sotto la responsabilità scientifica di Annalisa Dominoni, Politecnico di Milano, guarda alle possibili applicazioni sulla Terra.

“È una T-shirt di tessuto elastico e antibatterico,” spiega Zolesi. “Ci sarà utile per studiare le problematiche del vivere, del vestire. È un esperimento tecnologico, attraverso il quale possiamo mettere su basi scientifiche il problema del confort degli astronauti, che sarà cruciale per missioni di lunga durata”.

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