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Immagine artistica del sistema Galileo
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Da Le Bourget alla Stazione Spaziale Internazionale

19/06/2003 360 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

È in corso a Parigi la biennale di LeBourget dedicata allo spazio e all’aeronautica: un’occasione per saperne di più anche sulle attività dell’Agenzia Spaziale Europea. Quali i momenti più significativi della mostra?

L’ESA è impegnata in un gran numero di attività legate allo spazio, molto diverse tra loro, come per esempio la telemedicina e l’esplorazione di Marte, la presenza umana nello spazio e l’esportazione di nuova tecnologia per costruire, per esempio, una veste che protegge dai raggi ultravioletti i bambini fotosensibili affetti da Xeroderma Pigmentosum

Mentre l’esplorazione dell’universo è il compito di base a cui tutti gli stati membri sono chiamati a contribuire con i loro finanziamenti, esistono poi programmi facoltativi, ma che sono del tutto strategici: per esempio quello dei lanciatori. Ed è per questo che l’ESA ha iniziato lo sviluppo del Vega, un lanciatore per carichi leggeri che renderà l’Europa ancora più competitiva nel mercato mondiale. Oppure la navigazione guidata da satellite, con la formazione di una costellazione di satelliti tutta europea che sia complementare e sostitutiva al GPS americano.

Nel frattempo l’ESA è protagonista anche sulla stazione spaziale internazionale. L’11 giugno una navicella automatica russa Progress ha attraccato alla stazione spaziale portando nuove scorte e nuovi esperimenti europei. Quali sono i più promettenti?

Il NANOSLAB è un esperimento di fisica dei materiali che era già stato protagonista nella recente missione europea Odissea, nel novembre 2002. Lo scopo è quello di studiare la formazione di speciali cristalli, detti zeoliti, che sono caratterizzati da un’elevata porosità, che li rende capaci di assorbire altri materiali, come l’acqua. Sono usati in diversi settori, come per esempio quello petrolchimico. Con esperimenti di questo genere si cerca di trovare un metodo efficiente per formare cristalli con proprietà migliori di quelli che si ottengono a Terra. Aumentare l’efficienza degli zeoliti, infatti, significherebbe -per esempio- ridurre l’impatto ambientale di origine petrolchimica. Il NANOSLAB sarà utilizzato dall’astronauta dell’ESA Pedro Duque, che raggiungerà la casa orbitante a bordo di un soyuz russo, nel corso del prossimo ottobre.

L`astronauta spagnolo dell`ESA Pedro Duque
L`astronauta spagnolo dell`ESA Pedro Duque

In attesa di Pedro Duque, proseguono a pieno ritmo gli esperimenti sulla stazione spaziale. Quali sono le novità?

Dopo un periodo di riposo per manutenzione, è tornato a lavorare a pieno regime il Glovebox, un “armadio-laboratorio” costruito dall’ESA ha costruito per la NASA in cambio del trasporto in orbita del laboratorio europeo Columbus. Il glovebox ricorda un armadio con uno speciale cassetto trasparente, la cui parete frontale è dotata di due guanti di gomma che si protendono verso l’interno. I guanti fanno parte della parete stessa, in modo tale che l’interno del “cassetto scientifico” è perfettamente sigillato e dunque consente di condurre esperimenti su materiali pericolosi, come per esempio materiali infiammabili. Il glovebox ha in dotazione anche un computer, un sistema di erogazione dell’energia. È un piccolo laboratorio a se stante. In questi giorni l’esperimento che vi viene condotto riguarda il comportamento di certe particelle magnetizzabili che fanno parte di un fluido.

Anche se detto così sembra astruso, le applicazioni non sono affatto incomprensibili: migliorando la nostra comprensione del comportamento dei materiali, si spera di poter migliorare i sistemi di frenaggio, di smorzamento delle vibrazioni, delle sospensioni che fanno parte di meccanismi della vita di tutti i giorni. Il cammino è lungo, naturalmente, ma l’idea di base rimane quella di sempre: aumentare le conoscenze del mondo fisico.

La Progress ha rifornito la stazione spaziale anche di esperimenti a scopo didattico. Ma non è uno spreco di risorse utilizzare la stazione per esperimenti per le scuole?

La Stazione Spaziale Internazionale è un laboratorio unico: orbitando intorno alla terra si trova in condizioni di gravità quasi zero. E questo permette di condurre esperimenti in modo molto diverso rispetto ai laboratori di Terra. È importante che questi esperimenti diventino un patrimonio culturale di tutta l’umanità e il modo migliore è quello di passare attraverso la scuola. Per esempio, saranno effettuati semplici esperimenti per verificare la correttezza delle tre leggi della dinamica di Newton in un laboratorio del tutto particolare, in un cui è stata rimossa l’attrazione gravitazionale della Terra.

fatto la stazione spaziale, pensata come un laboratorio, è un sistema di riferimento molto simile a quello che aveva in mente Einstein quando ha formulato la sua teoria della relatività generale. Le riprese video costituiranno un vero e proprio “esperimento” a cui gli studenti potranno assistere. Certo la cosa migliore sarebbe che ciascuno di loro avesse la possibilità di effettuare un esperimento in condizioni di microgravità. Ma a questo scopo la stazione spaziale è naturalmente chiusa. Esistono però dei programmi alternativi, quelli dei voli parabolici, che l’ESA promuove ogni anno.

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