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Nuna 2, l'auto solare
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Dalla Grecia al Portogallo: la lunga corsa di Nuna2

10/06/2004 422 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Si sta svolgendo in questi giorni una maratona molto particolare che si svolge tra Grecia e Portogallo e che che vede impegnata Nuna2, l’auto dell’ESA a energia solare. Nuna 2 è partita da Atene il 29 maggio e l’8 giugno ha fatto tappa a Torino. Dove si trova adesso?

Nuna 2 è in arrivo in Portogallo per la tappa finale, dopo aver percorso 6500 km senza un goccio di benzina, in un tour straordinario che ha attraversato 15 paesi, con tappe in 16 città nelle quali sono stati organizzati eventi pubblici.

Ma l’arrivo in Italia, a Torino, è stato particolarmente emozionante: Nuna 2 è partita da Ginevra, ha scalato le Alpi e poi ha attraversate il traforo del Monte Bianco. È stata quindi scortata dalla polizia fino al centro Altec di Alenia, dove è stato organizzato un evento pubblico, con centinaia di bambini. E infine la corsa fino al centro città, a Piazza Castello.

Il tour Adiante non ha dimostrato solo la fattibilità tecnica dell’utilizzo delle celle solari, ma più in generale della possibilità di progettare e realizzare auto pienamente coerenti con l’idea di sostenibilità ambientale. Le stesse auto di scorta che hanno seguito Nuna2 in questa sua lunga cavalcata europea hanno sia un motore a benzina che un motore elettrico.

Arrivo di Nuna in ALTEC
Arrivo di Nuna in ALTEC

Nel 2003 Nuna 2 ha vinto il World Solar Challengeattraversando il deserto australiano a oltre 97 km/h di media, una velocità ragguardevole. Quando sarà pronto un veicolo del genere per il mercato?

Nuna 2 ha diverse caratteristiche peculiari: per esempio ha solo tre ruote. Le autorità olandesi le hanno concesso una targa per viaggiare con gli altri autoveicoli, ma a patto che sia seguita da due auto di scorta. È lunga 5 metri e larga 1,8, ma soprattutto è alta appena 0,8 metri. L’autista guida in una posizione che ricorda quelle di un’auto di formula 1.

L’elemento di base di un’auto a energia solare è –naturalmente- la cella solare, cioè un elemento fotovoltaico, che converte l’energia solare in energia elettrica, che poi viene usata per alimentare un circuito elettrico. In altri termini, l’energia trasportata dalla luce solare viene assorbita e utilizzata per caricare delle batterie elettriche, che – a loro volta – alimentano un circuito collegato al movimento delle parti meccaniche.

Ma gli elementi delicati non sono solo le celle solari, ma anche le batterie che immagazzinano l’energia che verrà utilizzata in assenza di sole, la circuiteria elettrica e, infine, la scelta del materiale per la costruzione della carrozzeria.

Nuna2 è stata progettata da 12 studenti universitari olandesi, che hanno messo su una rete di circa 300 collaboratori su scala europea.

L’arrivo di Nuna 2 in Italia, a Torino, è stato particolarmente emozionante
L’arrivo di Nuna 2 in Italia, a Torino, è stato particolarmente emozionante

E l’ESA sta collaborando anche a un’altra dimostrazione, forse ancora più spettacolare, per l’utilizzo di energie alternative: il giro del mondo no-stop su un aereo a energia solare, che è programmato nel 2009. Come nasce l’idea?

Il progetto è stato presentato al 32° salone Internazionale delle Invenzioni, delle Tecniche e dei Nuovi Prodotti di Ginevra, a fine marzo. L’ideatore è Bertrand Piccard, che nel 1999 ha compiuto il giro del mondo non-stop in pallone aerostatico. L’ESA è coinvolta per gli aspetti tecnologici mentre il referente scientifico del progetto è invece il Politecnico Federale di Losanna, che è il consulente scientifico di Alinghi, la barca che detiene la Coppa America.

Solar Impulse, così è stata denomina la sfida, dovrebbe essere un aereo molto simile a un aliante, ma con un’apertura alare di circa 70 metri e la superficie completamente ricoperta di pannelli solari.

Il coinvolgimento dell’ESA riguarda i pannelli solari, le batterie, i circuiti elettrici, la ricerca di materiali ultraleggeri e il controllo della salute del pilota, attraverso vestiti che sono utilizzati anche dagli astronauti e che permettono il monitoraggio del battito cardiaco, della temperatura e così via.

Vele solari, una fonte di energia futura per le navi spaziali
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Ma perché dover attendere fino al 2009? La tecnologia non è già abbastanza avanzata?

I problemi non mancano, come è facile immaginare, e in effetti sono più problemi tipici di una missione spaziale che di un semplice volo di linea.

L’aereo deve rimanere sopra le nubi, a oltre 10 km di quota. Qui la temperatura è di circa -55°. E questo richiede un sistema di controllo della temperatura molto efficiente: la cabina di pilotaggio deve essere perfettamente pressurizzata. E d’altra parte tutto questo va fatto con materiale molto leggero, per abbattere al minimo il dispendio energetico per il volo e per il decollo.

Inoltre dovranno essere studiati metodi per la conservazione e lo stoccaggio di generi alimentati, di acqua.

Solar Impulse, inoltre, deve poter fare affidamento su batterie molto efficienti, che possono immagazzinare durante il giorno tutta l’energia sufficiente per il volo notturno. E anche questa non è una sfida minore.

Il Politecnico Federale di Losanna, che è il referente scientifico del progetto, e l’ESA che rappresenta il referente tecnologico, hanno previsto un avvicinamento alla dimostrazione finale in diverse tappe intermedie: la costruzione di un prototipo entro il 2005; i primi test di volo entro il 2006 e, infine, i test di voli notturni entro il 2007, che saranno sempre più prolungati per testare l’affidabilità del veicolo.

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