ESA title
Zero Gravity
Agency

Il mestiere dell'astronauta

16/09/2004 2809 views 3 likes
ESA / Space in Member States / Italy

In questi giorni la compagnia statunitense Zero Gravity Corp. ha ottenuto dall'autorità aeronautica, l'autorizzazione a commercializzare voli aerei in caduta libera e che riproducono la sensazione dell’assenza di peso. È questa la strada del turismo spaziale?

È senz’altro la strada più semplice per chi vuol provare la sensazione dell’assenza di peso. Si tratta di un metodo che l’ESA utilizza dal 1984: un aereo, nel caso dell’ESA un Airbus 3000, sale con un’inclinazione di circa 47 gradi e si porta a circa 10mila metri di quota, poi con i motori al minimo plana per circa 20-25 secondi. La planata è una fase di quasi caduta libera nella quale le condizioni sono simili all’assenza di peso. In genere il ciclo salita-planata si ripete per qualche decina di volte.

Imprese di questo tipo servono per l’allenamento degli astronauti, ma da anni l’ESA ne ha fatto anche un mezzo didattico: gli studenti universitari possono proporre e realizzare il loro esperimento nello spazio proprio grazie a veicoli di questo genere.

Nel caso commerciale, la Zero Gravity Comp. punta sulla differenziazione dell’offerta. A seconda delle condizioni di planata si possono creare anche situazioni intermedie, come una gravità ridotta a circa 1/3 di quella terrestre, come su Marte, oppure 1/9 di quella terrestre, come sulla Luna, per passare a gravità zero in modo graduale. Secondo la compagnia questo limiterebbe anche i malesseri per i quali questi voli sono noti. Negli anni, infatti, l’aereo su cui si svolgono missioni come queste si è guadagnato il soprannome di “cometa del vomito”. Pagando 3000 dollari si garantiscono il privilegio di essere i primi turisti che pagano per vomitare in assenza di peso.

Automated Transfer Vehicle test model at ESTEC
Automated Transfer Vehicle test model at ESTEC

Lo scorso autunno, la Cina è diventata il terzo paese, dopo USA e Russia, a portare un proprio astronauta in orbita in modo del tutto autonomo. Quanto manca all’Europa?

Per realizzare questa situazione è necessario che l’Europa abbia un lanciatore in grado di condurre gli astronauti in orbita. Si tratta di un programma che dovrebbe arrivare a maturazione con la prossima generazione di lanciatori, che saranno utilizzati fra una quindicina di anni.

Al momento il lanciatore di cui dispone in proprio l’Europa è l’Ariane5, che è disponibile in varie versioni, a seconda del lancio da realizzare. Ma in nessun caso sono previsti esseri viventi a bordo.

Un passo in avanti è stato fatto con la realizzazione dell’ATV, un veicolo automatico che sarà in grado di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale dopo essere stato lanciato con un Ariane5 modificato (Ariane5 ES ATV), costruito proprio grazie allo stimolo legato all’impresa della Stazione Spaziale Internazionale.

L’ATV ha le caratteristiche di un modulo abitabile: è un cilindro lungo 9 metri, con un diametro di 4 metri e mezzo circa, è pressurizzato e servirà a trasportare sulla stazione acqua, aria, azoto, ossigeno e il propellente necessario per correggere la rotta della stazione stessa. Il primo volo di un ATV è previsto per il 2005 e nel complesso saranno almeno 6 le missioni, ciascuna della durata di 6 mesi, al termine delle quali l’ATV sarà riempito di rifiuti e fatto bruciare nel rientro in atmosfera.

L'ATV
L'ATV

L’astronauta è un mestiere affascinante, ma apparentemente poco utile. Perché l’Europa considera importante avere i propri lanciatori per portare in orbita i propri astronauti? Non è sufficiente appoggiarci alle missioni russe e statunitensi come succede adesso?

È una domanda che, considerata nella sua complessità, richiede una risposta molto articolata. Si può discutere su quanto possa essere importante per la scienza la presenza umana nello spazio. Secondo alcuni, lo spazio non ha portato a risultati che sarebbero stati irraggiungibili altrimenti.

È vero però che la presenza dell’uomo nello spazio è una molla enorme alla cooperazione internazionale. La Stazione Spaziale vede molti paesi storicamente in conflitto, come per esempio USA, Russia, Giappone, che collaborano in piena sintonia. Ed è un’occasione unica per finanziare le industrie spaziali e per acquisire competenze di tipo tecnologico ingegneristico.

Penso per esempio all’italiana AleniaSpazio, che ha realizzato buona parte dello spazio abitabile che attualmente fa parte della Stazione Spaziale.

Inoltre le imprese spaziali, nonostante l’apparente paradosso di questa affermazione, costano relativamente poco. La Stazione Spaziale, per esempio, ha un costo diluito in circa 20 anni di 100 miliardi di dollari. È una cifra enorme? Consideriamo che un anno di guerra in Iraq è costato circa 135 miliardi di dollari.

Jean-François Clervoy
Jean-François Clervoy

L’astronauta europeo Schlegel, in una recente intervista, ha osservato che lavora da astronauta da 14 anni e ha fatto solo 10 giorni di volo... Che cosa fanno gli astronauti quando sono sulla Terra?

Jean Francois Clervoy, che a 46 anni è uno dei veterani europei, in 19 anni da astronauta ha trascorso 675 ore nello spazio, l’equivalente di 4 settimane, nel corso di tre missioni diverse. Oggi lavora per lo sviluppo dell’ATV. E come lui la gran parte degli astronauti europei: da una parte c’è l’allenamento personale, dall’altra il reimpiego nella realizzazione di nuovi programmi o nuove strutture che necessitano di esperienza di volo.

L’ESA ha già un corpo astronautico di tutto rispetto e fino a oggi 31 astronauti europei hanno partecipato a 38 missioni spaziali. Il centro astronautico europeo è a Colonia, dove proprio in questi gironi in occasione della Giornata tedesca dello Spazio, viene organizzato una notte di gala, una vera e propria simulazione delle fasi di preparazione prima del lancio di un astronauta. L’intento è quello di aprire la vita degli astronauti al grande pubblico e di soddisfare la curiosità che circonda i “pionieri dello spazio”.

Related Links