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Il cinema diventa digitale
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Le stelle di Venezia: il cinema digitale

04/09/2003 344 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Il termine “digitale” è ormai divenuto una delle parole d’ordine della nostra società. E il Festival del cinema di Venezia è stata l’occasione per lanciare questa sfida anche al cinema.

Dato che questa è un’interista televisiva, l’esempio più naturale di tecnologia digitale è, appunto, la televisione digitale. Una televisione cioè realizzata attraverso un sistema audiovisivo digitale. Il cinema digitale è semplicemente la proiezione di pellicole cinematografiche nelle sale attraverso la tecnologia digitale. Come alla TV, questo comporta una qualità comparabile o superiore a quella a cui siamo abituati assistendo a proiezioni convenzionali.

Piuttosto ci si può chiedere che bisogno ci sia di sviluppare un cinema digitale. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla diffusione della tecnologia digitale così prepotente che molti commentatori hanno usato l’espressione “rivoluzione digitale”. Ma il termine rivoluzione non mette in evidenza un fatto cruciale: siamo di fronte a una “convergenza digitale”. Il digitale, cioè, sta diventando per la tecnologia il linguaggio universale.

E questo è possibile perché la digitalizzazione non è altro che un linguaggio nel quale tutte le informazioni vengono codificate come sequenze di numeri 0 e 1. È un linguaggio universale, su cui si basa per esempi anche l’alfabeto Morse. Ma è solo con la tecnologia moderna che siamo stati in grado di preparare supporti magnetici, come per esempio gli hard disk dei pc oppure i semplici chips delle macchine fotografiche, che sono in grado al tempo stesso di immagazzinare una grande mole di dati, di farlo con straordinaria accuratezza, di riprodurre le informazioni con altrettante cura e che hanno dei bassi costi di produzione, un elemento questo che si è rivelato del tutto vincente, come facile immaginare. Ecco allora che il digitale diventa il mezzo più efficace per la circolazione dei prodotti audiovisivi all’interno dell’ Unione Europea.

E quale è il ruolo dell’ESA nella convergenza digitale che potrebbe coinvolgere anche il cinema?

L’ESA e il digitale sono un connubio inscindibile: lo stesso funzionamento quotidiano dell’Agenzia Spaziale Europea è basato sul digitale. Ma a parte l’uso interno, l’ESA finanzia una serie di progetti sul fronte delle telecomunicazioni. Come dicevo la sfida è questa: usare il digitale per rendere sempre efficace per la circolazione delle informazioni.

Per esempio: oggi i film vengono distribuiti con riproduzioni in cassetta in un numero limitato. Attraverso la trasmissione via satellite sarebbe possibile trasmettere l’intero film a un numero enorme di cinema di nazioni diverse, tenendo conto dei doppiaggi, delle sottotitolature, di tutto ciò che caratterizza l’uscita di quel film in quel determinato paese. ESA e Commissione Europea finanziano il progetto E-Screen, che mette in rete molte sale cinematografiche in molte città europee: Barcellona, Londra, Manchester, Berlino, Vienna, Roma. In realtà è un servizio che potenzialmente può coprire tutte le sale digitali europee.

L'intervento di Claudio Mastracci
L'intervento di Claudio Mastracci

Ma quali sono i vantaggi del cinema digitale?

Per lo spettatore la qualità della singola proiezione migliora. Inoltre mentre le pellicole convenzionali si degradano, i supporti digitali garantiscono una qualità costante. Il digitale è economico e offre tecniche antipirateria più sicure. Ma non è solo questo. Aver messo a punto una tecnologia in grado di proiettare un film in digitale a più sale europee, permette di riutilizzare quella stessa tecnologia per organizzare eventi che non sono puramente cinematografici.

La tecnica audiovisiva digitale nei cinema, per esempio, può essere utilizzata per trasmettere ad alta risoluzione convegni, eventi culturali, concerti, partite di calcio, giochi olimpici. Un esempio è stato proprio il collegamento tra ESRIN, la sede italiana dell’ESA, e Palazzo Labia, grazie al satellite Eutelsat Atlantic Bird 1: è stata la dimostrazione del funzionamento del progetto E-screen a cui accennavo prima.

Secondo i regista italiano Luciano Emmer, il cinema digitale, con la trasmissione via satellite dei film, sarà la morte del cinema stesso. Per esempio le piccole case di produzione avranno grandi problemi per inserirsi nei circuiti di distribuzione via satellite.

Queste sono scelte politiche strategiche. È la politica dell’Europa unita che deve farsi carico di agevolare le piccole realtà culturali, forte di una consapevolezza storica: è dalle nicchie culturali, dalle ricerche apparentemente marginali che nascono le grandi innovazioni. O idee che solo piano piano si affermano, contribuendo a modificare i grandi indirizzi di ricerca. Insomma, non dipende da come verranno usate queste tecnologie.

Per quanto riguarda il cinema elettronico, il discorso è ancora più semplice. Le sale cinematografiche che si riempiono in fasce orarie insolite per vedere un concerto in diretta, per esempio, o per assistere a una partita di calcio o per una conferenza, potrebbero tornare ad avere una funzione sociale vera e propria: attraverso il satellite si realizzerebbe una rete di “piazze”, così come in passato, quando la radio non era diffusa e ci si riuniva insieme per sentire le notizie. Avere la consapevolezza che c’è un legame satellitare con altre sale può aiutare a sentirsi in rete con altre persone. Dunque esiste anche una funzione sociale da non sottovalutare.
Ma di nuovo: la politica deve farsi carico del migliore utilizzo della tecnologia. Sapendo che si tratta di scelte da cui non è semplice tornare indietro.

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