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Manovra di inserzione nell'orbita di Saturno
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Il Signore degli anelli: l'incontro

01/07/2004 842 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

La Cassini/Huygens, la più grande missione di esplorazione del sistema solare dovuta alla collaborazione ESA/NASA/ASI, dopo 7 anni di viaggio interplanetario, è diventata il 32esimo satellite di Saturno. Dopo l’indigestione di Marte dello scorso anno ora toccherà a Saturno?

In questi anni sono arrivate a maturazione alcune missioni di esplorazione del sistema solare di grande impatto sull’immaginario: lo sbarco su Marte dei rover della NASA e dello sfortunato Beagle dell’ESA, ma anche il rafforzamento delle sonde che stanno studiando Marte essendo in orbita attorno al pianeta rosso e mappandone la superficie alla ricerca dell’acqua. Oggi si sta diffondendo sempre di più, anche fra i non addetti ai lavori, la convinzione che su marte miliardi di anni fa ci sia stata acqua liquida e che forse ce ne possa essere, magari in depositi sotterranei, ancora. Così come si sta diffondendo l’idea che, in un futuro più o meno prossimo, l’uomo potrà sbarcare su Marte.

Allo stesso modo, in questi giorni assistiamo a un evento, l’arrivo della Cassini/Huygens su Saturno, che è destinato a modificare il nostro rapporto con quel pianeta, proprio per il modo con il quale possiamo sentirlo familiare. Sono oltre venti anni che una sonda non visitava il pianeta degli anelli, ma se la Pioneer e la Voyager sono semplicemente passate nelle vicinanze del pianeta, scattando varie immagini e perdendosi nello spazio profondo, Cassini/Huygens ha un obiettivo completamente diverso: rimarrà in orbita intorno a Saturno per almeno 4 anni, accompagnando il pianeta per circa 1/7 della sua orbita intorno al Sole.

Dunque un periodo di studio consistente e non una semplice osservazione al volo.

Cassini si avvicina a Saturno
Cassini si avvicina a Saturno

L’effetto fionda è stato uno dei punti chiave per il successo della missione della Cassini/Huygens, tanto che di questa missione è stato scritto che ha giocato a biliardo con i pianeti. Che percorso ha fatto in questi 7 anni dal lancio?

Il ruolo dell’effetto fionda è stato cruciale: la Cassini l’ha utilizzato per la prima volta nell’aprile 1998 con Venere, nel 1999 di nuovo con Venere in giugno e con la Terra in agosto, e infine con Giove nel dicembre 2000. L’insieme di queste spinte ha consentito alla Cannisi/Huygens di arrivare alla velocità di circa 80 mila km/h.

L’effetto fionda è suggestivo: quando una sonda sorvola un pianeta che, a sua volta, sta orbitando intorno al Sole, l’attrazione gravitazionale del pianeta trascina la sonda assecondando il moto del pianeta stesso. Questo è il motivo per il quale si parla di effetto fionda. Dunque gli elementi cruciali sono due: l’attrazione gravitazionale e il moto del pianeta.

Quest’ultimo permette di usare l’effetto fionda anche alla rovescia, rallentando la sonda stessa: dipende dalla direzione reciproca della velocità della sonda e della velocità del pianeta. Un effetto fionda alla rovescia come questo sarà alla base di una missione ESA prevista nei prossimi anni, la missione BepiColombo, destinata allo studio del più interno dei pianeti del sistema solare, Mercurio.

Immagine a colore degli anelli di Saturno
Immagine a colore degli anelli di Saturno

Quali sono gli appuntamenti con la sonda Cassini/Hyugens d’ora in avanti?

Questa che si è appena conclusa è la fase di maggior avvicinamento della sonda agli anelli stessi, per cui è proprio in questi giorni che dovremmo avere le prime immagini dettagliate degli anelli di Saturno. Ma in generale, vista la durata della missione, l’invito per tutti è di essere curiosi e collegarsi spesso sul sito internet dell’ESA: www.esa.int, dove saranno pubblicate le immagini di Saturno riprese dalla missione.

Se poi per appuntamento intendi un incontro ravvicinato con un corpo del sistema di saturno, allora bisogna aspettare il 26 ottobre prossimo, quando la sonda sorvolerà Titano ad appena 1200 km di quota. E infine un giorno particolarmente emozionante sarà proprio il giorno di natale, quando la sonda dell’ESA Huygens si tufferà nell’atmosfera di Titano, registrandone i tuoni, analizzandone la composizione chimica e cercando di scoprire se, come si sospetta, è davvero simile all’atmosfera della terra di 4 miliardi di anni fa, quando la vita terrestre ebbe origine.

E in effetti una cosa che può impressionare i non addetti ai lavori è che nonostante la missione sia partita dalla Terra 7 anni fa, nonostante Saturno si trovi a oltre un miliardo e mezzo di km di distanza, tempi e modi del passaggio della sonda negli anelli erano previsti e noti con precisione: la Cassini/Huygens è un treno in perfetto orario.

Impressione artististica della sonda Huygens dell'ESA su Titano
Impressione artististica della sonda Huygens dell'ESA su Titano

Cassini/Huygens è la più grande sonda costruita per l’esplorazione del sistema solare. Ne vedremo altre nei prossimi anni?

Questa missione è un altro spettacolare risultato della collaborazione di più paesi e di più agenzie spaziali: in particolare, in questo caso, la NASA, l’ESA e l’Agenzia Spaziale Italiana. E certamente Cassini/Huygens oggi sembra appartenere a un’altra era dell’esplorazione spaziale: oggi c’è una tendenza a progettare missioni a basso costo, che hanno, fra l’altro, il pregio di essere più numerose e più facilmente rimpiazzabili in caso di perdita. Quindi la risposta, seguendo questo ragionamento, dovrebbe essere che vedremo senz’altro altre missioni congiunte, per esempio il Webb Space Telescope, ma difficilmente rivedremo una missione così complessa.

D’altra parte, all’inizio del 2004 qualche cambiamento c’è stato, ma ancora si devono vedere e valutare le conseguenze.

Bush in gennaio ha annunciato una riorganizzazione della NASA secondo obiettivi ben precisi, che per quanto riguarda l’esplorazione del sistema solare, prevedono un notevole sforzo tecnico e finanziario dedicato al ritorno dell’uomo sulla Luna e all’implementazione di un programma per portare l’uomo su Marte.

L’ESA, dal canto suo, non sta a guardare: ma certo che molte decisioni dipendono anche dai partner americani.

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