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Il marzo marziano: orientarsi nella scienza

04/03/2004 408 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Per l'astronomia marzo è iniziato in modo rutilante. Il due marzo è stata finalmente lanciata la missione europea Rosetta: un lungo viaggio che in dieci anni la porterà all’incontro con il nucleo di una cometa. Tutto bene finora?

Dopo due rinvii, uno per ragioni meteorologiche, l’altro per motivi tecnici, Rosetta è stata lanciata e tutto sta andando bene. Il lancio presentava alcuni rischi addizionali, perché è stata utilizzata una tecnica particolare: dopo l’ascesa quasi verticale dei primi moduli del lanciatore, la parte terminale dell’Ariane5 che conteneva Rosetta ha percorso una traiettoria balistica a motori spenti: in pratica ha ricevuto dai primi stadi una spinta molto forte, poi è stato lasciato a se stesso per circa 100 minuti lasciando che fosse la forza di gravità a condurre il ballo.

Dopo la fase balistica si sono accesi i motori dell’ultimo stadio e Rosetta e stata immessa nella rotta iperbolica che era stata prestabilita. È la prima volta che un lancio di questo genere viene tentato e bisogna ammettere che si è tenuto il fiato sospeso a lungo.

A questo punto diamo appuntamento a Rosetta per i prossimi mesi.

Mars Express nell'ombra di Marte
Mars Express nell'ombra di Marte

Per continuare con il marzo astronomico, il giorno successivo al lancio di Rosetta, il rover della NASA Opportunity ha rivelato tracce lasciate dall’acqua sul suolo marziano. Sono prove definitive?

Scavando sotto le rocce marziane, Opportunity ha portato alla luce il materiale nascosto dalla polvere superficiale e ne fatto alcune analisi chimiche. Queste analisi hanno messo in evidenza la presenza di particolari tipi di solfati, cioè di sali di acido solforico, che possono essersi formati solo con una presenza prolungata di acqua.

Questa scoperta aggiunge un ulteriore indizio che tradisce un passato nel quale su Marte doveva esserci acqua allo stato liquido.

Peraltro non chiarisce il mistero principale intorno al pianeta: in che modo Marte si è evoluto dall’epoca della sua formazione fino a oggi. Per quanto tempo c’è stata acqua? E dove è finita l’acqua passata? È ancora, almeno in parte, sul pianeta?

La missione dell’ESA Mars Express ha già confermato la presenza di ghiaccio di acqua alle calotte polari, sotto il ghiaccio di biossido di carbonio. Ma solo un altro strumento fra tutti quelli delle varie missioni NASA ed ESA che stanno esplorando Marte potrà dirci se sotto la superficie di Marte, entro qualche km, esistono ancora dei bacini acquiferi. Ed è il radar Marsis della Mars Express, costruito sotto la direzione scientifica e la responsabilità italiana.

Se nei prossimi mesi, Marsis evidenzierà bacini di acqua sotto la superficie marziana, la scoperta rappresenterebbe un fortissimo impulso all’esplorazione marziana.

Immagine di colore del cratere di Gusev
Immagine di colore del cratere di Gusev

Tutte queste notizie sono interessanti, ma rispetto al passato, la scienza viene oggi percepita con minore fiducia. Questo è un problema per un ente di ricerca come l’ESA?

È un problema per la società tutta, non solo per l’ESA. Le indagini, le interviste a campioni rappresentativi di cittadini europei rivelano che è diminuita la fiducia nella possibilità della scienza di migliorare la condizione dell’uomo: è sempre più chiaro il connubio tra scienza e interessi di mercato. È il caso, per esempio, delle industrie farmaceutiche.

L’astronomia, in questo contesto, è meno toccata dalla perdita di fiducia: da una parte perché rappresenta una scienza in sé pura, in parte perché i temi che tocca sono emozionanti.

In un certo senso bisogna tornare a un atteggiamento di secoli fa: quando intorno al 1760 i padri gesuiti Bovio e Gerra osservarono da Milano una cometa, prepararono manifesti per la cittadinanza in cui si spiegava che cosa avevano visto e come i cittadini potevano ripetere le loro osservazioni, con una politica di condivisione.

Poli del Marte ed annuvolamento
Poli del Marte ed annuvolamento

Ma l’ESA come cerca di affrontare questo atteggiamento?

Occorre, appunto, una politica di condivisione delle scoperte, delle ricerche da parte degli enti: i non esperti devono potersi sentire coinvolti in prima persona nelle ricerche. E questo non si ottiene attraverso una propaganda pubblicitaria, ma attraverso la circolazione delle notizie.

Per esempio per il 29, 30 31 marzo, presso la Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali, è prevista una 3-giorni rivolta soprattutto agli studenti delle Scuole Secondarie Superiori. L’iniziativa è stata intitolata Scienza Orienta, e vi hanno aderito vari enti di ricerca fra cui l’ESA. Al mattino sono state organizzate 12 conferenze in 3 giorni, su una larga gamma di temi scientifici caldi, mentre nel pomeriggio verrà messa in pratica l’idea che dicevo: aprire gli enti alle persone interessate, agli studenti in particolare.

L’ESA organizza tre itinerari attraverso molte delle attività chiave dell’Agenzia: la conoscenza dell’universo attraverso le missioni spaziali, il telerilevamento come strumento di osservazione dunque di protezione ambientale e le tecnologie spaziali con un riferimento particolare alle applicazioni di Telemedicina e di Telecomunicazioni.

In generale posso garantire che la comunicazione dell’Agenzia tende certamente a mettere in evidenza il ruolo europeo, ma senza nascondere i problemi e gi errori, che fanno parte necessaria e integrante del processo di ricerca. In breve: non c’è comunicazione senza onestà intellettuale. Di questi tempi ce n’è un gran bisogno.

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