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La Rosetta che accarezza la Terra

03/03/2005 519 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

INTERVISTA 8-2005. A un anno da lancio, la sonda interplanetaria Rosetta torna ad avvicinarsi alla Terra per riceverne la spinta gravitazionale che gli consentirà di proseguire il suo viaggio fra i pianeti del sistema solare. Che cosa dobbiamo fare per osservarla?

Questa volta si tratta di un appuntamento riservato agli appassionati, perché la sonda non sarà visibile a occhio nudo: sarà meno luminosa di una stella molto debole. Tuttavia gli appassionati o chiunque abbia un buon telescopio amatoriale o un potente binocolo può provare a catturare Rosetta al volo: l’occasione migliore si presenterà il 4 marzo, dopo il tramonto e all’incirca fino alle 23 ora italiana.

La sonda apparirà dalla costellazione del Sestante e procederà da Sud-Est a Sud-Ovest, attraversando tutto l'arco celeste. Proseguirà poi più rapidamente, fino a sparire dietro l'orizzonte intono alle 23:00. Durante questo periodo si sarà avvicinata alla Terra, abbassandosi da una quota di circa 10mile kilometri a una quota di circa 1900, quando si troverà sopra i cieli del Messico.

Si tratta della prima "carezza" di Rosetta a un pianeta: nel febbraio 2007 sfiorerà il pianeta Marte, la Terra nel novembre dello stesso anno e ancora la Terra nel 2009. L’insieme di questi incontri daranno a Rosetta la spinta a per raggiungere l’orbita di Giove, dove si inserirà in orbita intorno alla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

Rosetta sarà la prima sonda a orbitare intorno al nucleo di una cometa
Rosetta sarà la prima sonda a orbitare intorno al nucleo di una cometa

Quale è lo scopo della missione Rosetta?

Rosetta sarà la prima sonda a orbitare intorno al nucleo di una cometa, anche se per farlo saranno necessari continui aggiustamenti di rotta attraverso i motori, perché l’attrazione gravitazionale della cometa sarà estremamente debole.

Intercettando la cometa a circa 5 unità astronomiche di distanza da Sole, ci permetterà di seguire da vicino alcune fasi molto delicate che non sono mai state studiate finora: il riscaldamento del nucleo, la nascita delle due code cometarie. Rosetta inoltre lascerà cadere un piccolo robot, che è stato chiamato Philae, per ricordare l’isoletta del Nilo dove è stata ritrovata la stele di Rosetta, a cui la missione si inspira.

A bordo di Rosetta hanno trovato spazio 11 strumenti, mentre Philae è stato dotato di altri 9 strumenti. Degli 11 strumenti a bordo della navicella, due sono stati sviluppati sotto la responsabilità scientifica della comunità italiana: GIADA, il cui responsabile scientifico è Luigi Colangeli e VIRTIS, il cui responsabile è Angioletta Corradini, entrambi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.

GIADA
GIADA

Giada studierà l’ambiente di polvere che circonda le comete. Ma che interesse ha un’analisi di questo genere?

Fino a qualche tempo fa la cometa veniva pensata come una specie di palla di neve sporca di polvere. Oggi la visione che abbiamo delle comete è molto più complessa e la missione Rosetta intende compiere uno studio della cometa vista come un corpo che cambia le sue proprietà nel tempo.

Man man che la cometa si avvicina al Sole, l’energia solare ne scalda la superficie, provocando la sublimazione del materiale più leggero, come per esempio ammoniaca, metano, acqua. Il gas, evaporando, trasporta nello spazio anche la polvere di cui è costituita la cometa stessa.

Intorno al nucleo, in definitiva, si forma un ambiente polveroso, le cui caratteristiche dipendono dalla distanza della cometa dal Sole. Lo strumento Giada è stato ideato proprio per vedere più chiaro, metaforicamente parlando, in questo mondo polveroso che circonda la cometa. Per esempio vogliamo capire più dettagliatamente quali sono le sostanze che compongono il nucleo della cometa. La risposta a questa domande è interessante di per sé, ma anche per capire il ruolo delle comete nella diffusione della vita dell’universo, che è stata ipotizzata da diversi scienziati.

Lo strumento Virtis rappresenta un modo per ottenere informazioni complementari su questi aspetti cruciali della natura delle comete. È uno spettrometro che utilizza la radiazione nel visibile e nell’infrarosso: fra l’altro ci regalerà immagini molto belle della superficie del nucleo della cometa nel corso delle varie fasi. È uno degli strumenti più promettenti per comprendere la chimica della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

Concentratori parabolici per GIADA
Concentratori parabolici per GIADA

Prima della trasmissione mi dicevi che Giada è uno strumento affascinante anche dal punto di vista tecnologico, no?

È vero, quando ne ho letto le caratteristiche sono rimasto veramente affascinato. Concettualmente è molto semplice: il problema è di identificare i granelli di polvere che incidono sullo strumento e di misurarne le caratteristiche. Ma è la soluzione ad essere seducente: quattro laser a diodo formano una specie di tappeto di luce spesso circa 3 millimetri. Quando una particella di polvere lo attraversa produce una diffusione di luce che viene misurata da due serie di rivelatori.

Il granello di polvere finisce poi la sua corsa contro uno diaframma di alluminio di appena 0,5 millimetri, determinando piccole deformazioni elastiche, rivelate attraverso dei cristalli piezoelettrici, che sono tanto maggiori quanto maggiore è la massa e la velocità del granello stesso.

Giada, inoltre, è provvisto di cinque microbilance molto sensibili: una di queste sarà puntata verso il nucleo della cometa, mentre le altre in direzioni tali da aumentare l’angolo di visuale. Anche in questo caso si tratta di uno strumento piuttosto sofisticato: le microbilance sono in effetti costituite da cristalli di quarzo che oscillano: dal cambiamento della loro frequenza di oscillazione si traggono informazioni sulla quantità di materiale che nel corso del tempo si accumula sul sensore.

Nota:

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

Il giornalista della Rai, Lorenzo di Las Plassas, passa cinque minuti con il rappresentante dell'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Simonetta.Cheli@esa.int.

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