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Al via la seconda fase del Global Monitoring for Enviroment and Security

12/10/2007 533 views 0 likes
ESA / Space in Member States / Italy

INTERVISTA 29-2007. I ministri degli Stati Membri dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) hanno dato il via libera al proseguimento del programma GMES (Global Monitoring for Enviroment and Security), che ha lo scopo di assicurare all’Europa la non dipendenza da informazioni da paesi extra-comunitari in due settori cruciali: l’ambiente e la sicurezza europea. In particolare, l’ESA è responsabile del segmento spaziale del programma.

Qual è il punto della situazione?

Il GMES (Global Monitoring for Enviroment and Security),è una delle colonne portanti del programma spaziale della Commissione Europea. Il suo scopo è di utilizzare sia dati spaziali che terrestri per sviluppare servizi di informazione geospaziali in due settori cruciali: l’ambiente e la sicurezza.

I ministri degli stati membri che partecipano al programma hanno approvato la transizione alla fase 2 del segmento 1 del GMES. In pratica, come era già successo al Consiglio a livello ministeriale dell’ESA nel 2005, è stato sottoscritto un finanziamento di 500 milioni di euro, il 116% di quanto atteso.

Cerchiamo di capire quali possono essere in concreto i benefici del programma per i cittadini europei. Un esempio?

Già oggi abbiamo sviluppato un’offerta di dodici servizi preliminari di alto livello, che vanno dal controllo degli ambienti marini costali, allo studio dello stato di salute dei poli terrestri, dal monitoraggio delle foreste, alla previsione e la prevenzione delle inondazioni o dei grandi incendi. Tutto questo viene declinato in servizi tagliati su misura per gli utenti specifici e soprattutto non si tratta del solo contributo satellitare.

Solo per fare un esempio, uno dei dodici servizi è dedicato alla prevenzione delle carestie. Si tratta di previsioni sulla consistenza dei raccolti nel continente africano che si basano su modelli che utilizzano le conoscenze di meteorologia e di agricoltura e le combinano con le mappe satellitari relative alla distribuzione delle coltivazioni, alle date della semina e del raccolto e così via. In questo contesto alle agenzie internazionali come l’UNICEF vengono fornite informazioni su base continentale e regionale in modo da poter dare l’allarme in caso di possibili crisi.

Altri servizi, basati su osservazioni satellitari più precise, vengono fornite alle istituzioni nazionali per eventuali preallarmi, ma anche alle missioni di soccorso e supporto a livello internazionale. Su scala nazionale e locale, i dati satellitari sono supportati anche dalle conoscenze locali: è questo tipo di collaborazione integrata che rende forte il servizio e a cui si deve puntare per il futuro del GMES.

Sentinel-1
Sentinel-1

Non si tratta però di lavorare solo sull’esistente. L’ESA ha la responsabilità della gestione e del coordinamento della componente spaziale del programma e dello sviluppo del segmento di terra relativo, per un costo complessivo di circa 2,3 miliardi di euro. Il progetto prevede anche lo sviluppo di numerosi satelliti. Quale è la differenza fra le osservazioni della Terra come si sono condotte sinora e un’iniziativa come il GMES?

In un certo senso il GMES è uno sviluppo naturale delle capacità e delle competenze dimostrate dall’Europa in questo settore, industria e comunità scientifica.. Abbiamo oggi una serie di satelliti di grande successo, l’ultimo dei quali, Envisat, è il più grande e più attrezzato che sia mai stato costruito. Una volta riconosciuto che le osservazioni satellitari del pianeta possono contribuire a migliorare la gestione delle risorse, a proteggere l’ambiente, a comprendere i meccanismi alla base del cambiamento climatico, siamo pronti a passare alla fase in cui alcuni satelliti sono davvero a supporto di coloro che prendono decisioni sul nostro futuro, di coloro che devono intervenire sul campo e dei cittadini tutti.

Il Sentinel-1, il primo satellite della serie delle “Sentinelle”, per esempio, darà continuità alle osservazioni iniziate con ERS-1 nel 1991, proseguite poi con ERS-2 e con Envisat. Sono osservazioni particolarmente utili, per esempio, nell’identificate perdite di petrolio, per lo studio dei ghiacciai oceanici, ma anche per identificare imbarcazioni. Per il progetto e lo sviluppo di questo satellite, la scorsa estate, l’ESA ha firmato un contratto di 229 milioni euro con l’industria spaziale Thales Alenia Space.

I satelliti Sentinella 2 e 3 saranno invece dedicati allósservazione delle terre emerse e degli oceani, mentre i Sentinella 4 e 5 saranno progettati rispettivamente per lo studio delle meteorologia e del clima dallo spazio. Il contributo stanziato in base all’accordo sottoscritto permette all’ESA di confermare lo sviluppo delle prime tre sentinelle, sia come satelliti che per quanto riguarda il segmento di terra. Ci sono inoltre paesi che non sono stati in grado di confermare il loro contributo, ma che sono molto interessati e ci aspettiamo che contribuiscano in un secondo momento.

Il lancio del primo Sentinel-1 è previsto per il 2011-12. Che cosa accade nel frattempo?

Già nel 2008 diversi servizi dovrebbero essere pienamente operativi. Il primo è un servizio di “risposta in caso di emergenza, che ha lo scopo di rispondere a crisi ed emergenze associate a disastri naturali o tecnologici che siano, e – naturalmente – a disastri di tipo umanitario. Il secondo è un servizio di monitoraggio delle terre emerse, con una serie di possibili applicazioni che vanno dalla gestione delle acque alla protezione della biodiversità, dalla pianificazione della crescita delle città al controllo nel rispetto del protocollo di Kyoto.

Il terzo servizio “rapido” sarà relativo ai mari, con lo scopo di arrivare a un servizio di monitoraggio e previsione dello stato degli oceani, sia per lo sfruttamento delle risorse (la pesca, per esempio), che per un intervento rapido in caso di incidenti – sia per la salvaguardia delle vite umane, ma anche, per esempio, per evitare o comunque ridurre le effetti di perdite di petrolio da parte di navi.

Le interviste

Dal maggio 2000, con cadenza settimanale, RAI NEWS 24 - canale televisivo digitale della RAI dedicato all'aggiornamento in tempo reale - riserva all'ESA uno spazio di approfondimento di 5 minuti: un'intervista su una notizia di attualità legata alle attività nello spazio.

I servizi vengono ritrasmessi ulteriormente su RAI International e RAI 3. Si va dagli approfondimenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, alle scoperte scientifiche dei satelliti dedicati all'astronomia, alle applicazioni concrete legate alle osservazioni della Terra dallo spazio.

I giornalisti della Rai, Lorenzo di Las Plassas, Stefano Masi, Marco Dedola si alternano nel discutere con il giornalista scientifico che collabora con l'ESA, Stefano Sandrelli, per dare un'idea dell'argomento e per approfondirne un aspetto, in modo che, leggendo di seguito le interviste relative a uno stesso settore se ne abbia uno spaccato sempre più ampio, venendo a conoscenza di cose sempre nuove.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Franca.Morgia@esa.int.

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