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La frattura di Larsen C
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Il satellite Sentinel riprende la nascita di un gigantesco iceberg

12/07/2017 1149 views 5 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Negli ultimi mesi, una parte della piattaforma di ghiaccio antartica Larsen C è rimasta pericolosamente appesa dopo che una profonda spaccatura aveva tagliato il ghiaccio. Testimoniata dalla missione Sentinel-1 del programma europeo Copernicus, un blocco di ghiaccio oltre due volte la grandezza del Lussemburgo si è ora staccata, dando vita ad uno dei più grandi iceberg mai registrati e cambiando per sempre la linea della penisola Antartica.

La spaccatura è apparsa per la prima volta molti anni fa, ma sembrava relativamente stabile fino a gennaio 2016, quando ha cominciato ad allungarsi.

Soltanto a gennaio 2017 si è allungata 20 km, raggiungendo una lunghezza totale di circa 175 km.

Dopo alcune settimane di calma, la frattura si è propagata per ulteriori 16 km a fine maggio, e successivamente si è estesa ancora alla fine di giugno.

Fatto ancora più importante, mentre la crepa cresceva, si è diramata verso il bordo della piattaforma, mentre prima correva parallela al Mare di Weddell.

Controllo della frattura
Controllo della frattura

Con soli pochi chilometri rimasti tra il limite della spaccatura e l'oceano, ai primi di luglio il destino della piattaforma era segnato.

Gli scienziati del Progetto MIDAS, un consorzio di ricerca in Antartide guidato dall'Università di Swansea, nel Regno Unito, hanno utilizzato le immagini radar ottenute dalla missione Sentinel-1 del programma europeo Copernicus per tenere d'occhio più da vicino la situazione, in rapida evoluzione.

Dal momento che l'Antartide si avvia verso il buio dei mesi invernali, le immagini radar diventano indispensabili perché, nonostante la regione remota, il radar continua ad inviare immagini indipendentemente dal buio e dal cattivo tempo.

Adrian Luckman, che guida il Progetto MIDAS, ha detto: "Il recente sviluppo dei sistemi satellitari come Sentinel-1 ha largamente migliorato la nostra capacità di monitorare eventi come questo".

Profondità della spaccatura
Profondità della spaccatura

Noel Gourmelen dell'Università di Edimburgo, ha aggiunto: "Abbiamo utilizzato le informazioni provenienti dalla missione Cryosat dell'ESA, che ha un altimetro radar per misurare l'altezza della superficie e lo spessore del ghiaccio, per rivelare che la frattura era profonda diverse decine di metri".  

Come previsto, una sezione di Larsen C – circa 6.000 km quadrati – si è infine staccata come parte del ciclo naturale dell'iceberg. Il gigantesco iceberg pesa più di un milione di tonnellate e contiene circa la stessa quantità di acqua del lago Ontario in Nord America.

"Ce lo aspettavamo da mesi, ma la rapidità della frattura finale è stata comunque un po' una sorpresa. Continueremo a monitorare l'impatto di questo evento di distacco della piattaforma di ghiaccio Larsen C, e del destino di questo enorme iceberg" ha aggiunto il Prof. Luckman.

È difficile predire il progresso dell'iceberg. Potrebbe rimanere nell'area per decenni, ma se si rompe, le parti potrebbero essere trasportate dalla corrente verso nord in acque più calde.

Dal momento che la piattaforma di ghiaccio sta comunque galleggiando, l'enorme iceberg non influisce affatto sul livello del mare.

La frattura vista da Sentinel-2A
La frattura vista da Sentinel-2A

Con il distacco dell'iceberg, circa un 10% della zona della piattaforma di ghiaccio è stato rimosso.

La perdita di un pezzo così grande è di interesse in quanto le piattaforme di ghiaccio lungo la penisola ricoprono un ruolo importante nel sostenere i ghiacciai che alimentano ghiaccio verso il mare, rallentando effettivamente il loro flusso.

Eventi precedenti più a nord nelle piattaforme di ghiaccio Larsen A e B, acquisiti dai satelliti ERS ed Envisat dell'ESA, indicano che quando una larga porzione di ghiaccio è persa, il flusso dei ghiacciai che c’è dietro di essi può accelerare, contribuendo all'innalzamento del livello del mare.

Grazie al programma europeo di monitoraggio ambientale Copernicus, abbiamo i satelliti Sentinel che inviano informazioni essenziali su quanto sta succedendo al nostro pianeta. Ciò è particolarmente importante per il monitoraggio di regioni remote ed inaccessibili come quelle dei poli.

Dice Mark Drinkwater dell'ESA: "Avere i satelliti Sentinel del programma Copernicus in combinazione con missioni di ricerca come Cryosat è essenziale per monitorare i cambiamenti del volume di ghiaccio in risposta al riscaldamento globale".

In particolare, la combinazione dei dati annuali provenienti da questi strumenti satellitari basati sulle microonde fornisce informazioni essenziali con cui comprendere la meccanica della frattura della piattaforma di ghiaccio ed i cambiamenti nell'integrità dinamica delle piattaforme di ghiaccio in Antartide".

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