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Andrea Accomazzo
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Lo Spacecraft Operations Manager: un intervista con Andrea Accomazzo

28/09/2005 2655 views 6 likes
ESA / Space in Member States / Italy

Andrea Accomazzo è lo Spacecraft Operations Manager (SOM) della missione Venus Express dell’ESA. Trentacinque anni, da sempre interessato al volo, con Venus Express si sta spingendo più lontano di quanto non abbia mai sognato. E a velocità maggiori.

Andrea Accomazzo
Spacecraft Operations Manager di Venus Express, ESA.

Nato a Domodossola il 27 luglio 1970.

Laurea Baccalaureate e masters in ingegneria aerospaziale conseguita presso il Politecnico di Milano, 1995

Esperienza: iscrittosi inizialmente all’Accademia dell’Aeronautica Militare Italiana per diventare pilota, dopo la decisione di non intraprendere una carriera militare si è rivolto al politecnico di Milano, specializzandosi in ingegneria aerospaziale.

Dopo vari anni presso la Fiat Avio, nel corso dei quali ha lavorato alla progettazione del veicolo di lancio Vega e del lander della missione Rosetta, è entrato nell’ESA nel 1999, lavorando a ESOC su Rosetta. Venus Express è la sua prima missione in qualità di Spacecraft Operations Manager (SOM).

Lavorando direttamente per il Ground Segment Manager, coordina il Flight Control Team di 13 ingegneri, analisti e controllori dedicati alla missione Venus Express.

Andrea vive in Germania con la moglie, un’infermiera specializzata. Nel suo tempo libero ama frequentare la vicina Odenwald per escursioni e uscite in bicicletta.

ESA: come ti sei avvicinato al controllo delle operazioni di una sonda?

Andrea: Ho sempre pensato che fare il pilota sarebbe stato un gran bel lavoro, ma mi piace moltissimo la tecnologia del volo spaziale. L’obiettivo scientifico di Venus Express è davvero interessante, ma amo soprattutto gli aspetti ingegneristici. È incredibile anche solo pensare che stiamo per metterci in orbita intorno a Venere, un pianeta più vicino al Sole di quanto non sia la Terra.

Venus Express è solo la quinta missione che prevede di orbitare intorno a Venere. Le operazioni della missione sono uno degli elementi che preferisco – saremo in contatto con la sonda ogni giorno. Se tutto quel che fai è lavorare alla costruzione del satellite, perdi il contatto con il progetto non appena viene lanciato.

ESA: quale è stata, a tuo avviso, l’opportunità più interessante che hai avuto entrando in Venus Express?

Andrea: Mettere in piedi un team di lavoro è una vera e propria sfida. In due anni sono passato dal gestire solo me stesso a gestire una squadra di 13 persone. E sono ben felice di poter dire che lo spirito del team è stato molto positivo: siamo cresciuti moltissimo nei mesi passati, man mano che ci avvicinavamo al lancio.

Lavoriamo sodo, ma sappiamo anche divertirci. Direi che lo spirito della quadra è cruciale per ridurre la tensione e lo stress, in particolare durante il lancio, la fase di orbita bassa intorno alla Terra (LEOP) e l’inserimento nell’orbita di Venere (VOI).

ESA: Come stimoli il lavoro di squadra?

Andrea: La chiave di tutto è fare in modo che ciascuno senta di lavorare per un obiettivo comune. Il nostro team è composto sia da personale di staff dell’ESA sia da contrattisti di industrie e devo ammettere che non c’è assolutamente differenza fra loro. Tutti sono estremamente professionali e lavorano per raggiungere gli obiettivi della missione

ESA: Ma che cosa ti dà la spinta ogni mattina?

Andrea: Può suonare un po’ tecnico, ma trovo che essere coinvolti nella creazione del segmento di terra della missione sia estremamente interessante. La nostra sfida è sviluppare, testare e implementare un sistema che possa gestire le operazioni di routine di una sonda che orbiterà intorno a Venere e le sue operazioni scientifiche. È una grande sfida: dobbiamo integrare molti sistemi diversi fra loro. Arrivo alla fine della giornata molto stanco e di sicuro non ho problemi di sonno, la notte. Ma non ho neppure problemi ad alzarmi la mattina con la prospettiva di tornare a ESOC.

ESA: Che cosa cambieresti del tuo lavoro?

Andrea: Mi mancano le montagne! Sono cresciuto a Masera, in mezzo alle Alpi, vicino al Monte Rosa. La cittadina è solo a 300 metri sul livello del mare, ma è circondata dalle montagne. Mi piacerebbe che ci fossero più montagne nei dintorni di Darmstadt.

ESA: E il tuo futuro?

Andrea: Non ho tempo di pensarci. Rimarrò con Venus Express per ancora un po’. Sto aspettando di fare un’ esperienza nuova per me: seguire le operazioni di routine una volta che Venus Express sia in orbita intorno a Venere.

ESA: Che consiglio daresti a chi volesse lavorare nel settore dell’esplorazione dello spazio?

Andrea: Credo che la cosa più importante sia una passione genuina. I tempi di sviluppo sono relativamente lunghi rispetto ad altri settori e c’è il rischio che l’attesa diventi frustrante o che sia abbia la sensazione di non riuscire a farcela. Se non sei davvero motivato, insomma, può esser dura.

Se la motivazione non manca, allora il passo da fare è di applicare per un lavoro, per un periodo di training, per qualsiasi cosa che abbia una relazione con lo spazio. Non ci sono molte possibilità e si devono saper sfruttare tutte. Personalmente mi ci sono voluti parecchi anni e molti sacrifici prima di poter dire “ecco, questo è quel che volevo fare!”. Ma ora è davvero fantastico.

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